Elezioni ticinesiGran Consiglio: vincono UDC e Avanti, crolla la Lega, perdono pure PS, Verdi e PLR
Swisstxt / red
3.4.2023 - 21:35
Le operazioni di conteggio dei voti espressi dai cittadini dei 106 Comuni ticinesi per le elezioni cantonali per il Legislativo sono terminate: trionfano l'UDC e Avanti, caduta pesante della Lega, perdono anche il PLR, il PS e i Verdi.
SwissTXT, Swisstxt / red
03.04.2023, 21:35
Swisstxt / red
Hai fretta? blue News riassume per te:
Lunedì è stato eletto il Gran Consiglio ticinese: la forte frammentazione prevista, è stata confermata dai risultati definitivi.
Hanno perso seggi PLR, Lega, PS e Verdi, mentre ne guadagnano UDC, Avanti con Ticino & Lavoro, HelvEthica, Verdi liberali.
Invariato il numero di seggi per: Il Centro, Più Donne e PC-POP.
Restano esclusi dal Parlamento Montagna Viva e Dignità ai pensionati.
Dopo aver terminato domenica alle 20:20 lo spoglio per il Governo, lunedì è stato il turno del Gran Consiglio ticinese: spoglio che si è concluso verso le 19:45, con la Lega dei ticinesi che si lecca le ferite, mentre a festeggiare è l'Unione democratica di centro (UDC).
Il calo di consensi ha interessato PLR, PS, Verdi e MPS, mentre nel neoeletto Parlamento entrano a far parte i deputati di Avanti con Ticino & Lavoro, Verdi liberali e HelvEthica Ticino, che si affiancano a quelli di Più Donne e dei comunisti.
Le elezioni ticinesi 2023 si chiudono quindi, come previsto dai dati parziali dello spoglio, con un Gran Consiglio ancora più frammentato: il PLR ancora prima forza pur se in perdita e Il Centro che tiene le sue posizioni; sei piccoli partiti e movimenti non riusciranno a partecipare ai lavori delle commissioni perché non potranno formare un gruppo parlamentare.
La partecipazione si aggira attorno al 57%, mentre le schede senza intestazione salgono al 23,2%.
Inoltre il Gran Consiglio eletto oggi è un po' più maturo e meno femminile: l’età media del nuovo Parlamento è di 47,5 anni, un anno in più rispetto al 2019. E nel 2019 le deputate erano 31, due in più rispetto alle 29 neoelette parlamentari.
Chi ha perso?
Stando ai risultati definitivi, è la Lega a subire la più consistente diminuzione di consensi: la sua deputazione ha perso infatti 4 seggi e si è ridotta a 14. In calo anche il PLR (21 seggi e perdita di 2), i Verdi (5 seggi, -1), PS e Forum alternativo (12 seggi, -1) e il MPS (2 seggi, -1).
Chi ha vinto?
Sul versante dei vincitori spicca soprattutto l’UDC che ha ottenuto un guadagno di 2 seggi, portando il proprio gruppo a 9 granconsiglieri.
Quindi debuttano nel Legislativo cantonale, il movimento capeggiato da Amalia Mirante, con 3 seggi, HelvEthica (+2 seggi) e i Verdi liberali (+2 seggi), mentre Montagna Viva e Dignità ai pensionati (=0) sono rimasti esclusi.
Ora che Avanti entrerà in Gran Consiglio, il movimento collaborerà anche col PS? «Collaboreremo con tutte le forze che avranno la nostra linea e che proporranno soluzioni che vanno nell'interesse del Canton Ticino, senza nessuna preclusione» ha detto Mirante alla RSI.
Sul fronte del PS, la co-presidente Laura Riget ha dichiarato: «Apprezziamo molto che Avanti si sia focalizzato molto sul tema del mercato del lavoro».
L'aumento dei consensi profilato dai risultati parziali per il Centro non è stato confermato, con un numero invariato di 16 seggi, così come per la lista Più Donne (=2 seggi), e PC-POP (=2 seggi).
Lugano: la Lega perde nella sua roccaforte
I risultati di Lugano annunciati a minuti prima delle 16, sono arrivati in ritardo, in quanto gli addetti allo spoglio hanno dovuto procedere a riprendere a mani i voti da un certo numero di schede rovinate.
E i risultati definitivi della città risultano in linea con le tendenze complessive fin qui registrate in tutto il cantone: anche qui si rileva un netto calo della Lega (dal 23,83% del 2019 al 18,38%) e diminuzioni anche per PLR (dal 24,25% al 22,24%), PS-Forum Alternativo (dal 14% al 12,98%) e Verdi (dal 7,43% al 5,34%).
In lieve aumento invece i consensi per Il Centro (dal 12,93% al 13,16%), mentre la nuova lista Avanti con Ticino&Lavoro incassa il 4,36% delle preferenze.
«Perdere a Lugano fa più male che in altri posti», il commento ai microfoni della RSI di Sabrina Aldi, portavoce del partito leghista.
A Mendrisio svetta l'UDC
Anche a Mendrisio i risultati definitivi per il Parlamento evidenziano una caduta di consensi per la Lega (dal 17,84% di quattro anni fa al 12,24%). Perdono quindi terreno anche PLR (dal 26,22% al 24,35%), Centro (dal 23,32% al 21,97%) e Verdi (dal 7,7% al 6,02%).
Sostanzialmente stabili i socialisti (dall’11,99% al 12,01%), mentre anche qui l’UDC risulta in netta crescita (dal 5,15% al 9,86%).
Piero Marchesi soddisfatto
Si dice molto soddisfatto Piero Marchesi, presidente dell'UDC ticinese, alla luce del risultato del partito: un risultato che va anche a scapito della Lega.
«La Lega perde, l'UDC guadagna – ha commentato ai microfoni RSI – è una tendenza in atto già da più di una legislatura. Certamente nell'obiettivo di guadagnare seggi, l'UDC non vuole sottrarli alla Lega. Ma non siamo comunque in grado di raccogliere tutti i voti che la Lega perde».
«Oggi prevale assolutamente la soddisfazione per la crescita del partito: quando sette anni fa ho preso la presidenza del partito, l'obiettivo era di farlo crescere» ha concluso.
Lo stesso copione a Bellinzona e a Locarno
E lo stesso copione si ripete in larga misura anche a Locarno, dove perdono i consensi nella corsa al Gran Consiglio Lega (dal 16,76% del 2019 al 12,74%), il PLR (dal 24,2% al 22,70%) e i socialisti (dal 18,71% al 16,88%).
Lievi aumenti per i Verdi (dal 6,77% al 7,05%) e il Centro (dal 16,41% al 16,67%). L’UDC sale invece dal 5,98% al 9,67% delle preferenze, mentre la nuova lista capeggiata da Mirante consegue il 3,56% dei suffragi.
E anche nella capitale crescono UDC (dal 5,19% del 2019 al 7,94%) e Centro (dal 16,05% al 16,71%), mentre arretrano Lega (dal 15,68% al 12,05%), PLR (dal 28,98% al 26,41%), socialisti (dal 17,55% al 15,88%) ed ecologisti (dal 6,3% al 5,58%).
Un Parlamento con 12 partiti mai visto prima
I partiti presenti sono ben 12. Un numero senza precedenti. Né era mai successo che ben sei formazioni non facessero gruppo non raggiungendo il minimo di cinque eletti.
Fare gruppo è importante per varie ragioni. Non da ultimo il fatto che solo i gruppi possono designare i membri delle commissioni, dove si esaminano i messaggi, si cercano i compromessi e si determinano le maggioranze in vista del dibattito in aula.
L’attività di 13 deputati potrebbe pertanto essere limitata alle discussioni che avvengono durante le sedute a Palazzo delle Orsoline.
12 uscenti esclusi
Gli spostamenti nei voti di lista, l’entrata di nuove forze in Parlamento e la ripartizione dei preferenziali all’interno delle liste, hanno determinato l’esclusione dal Gran Consiglio di 12 uscenti che si ripresentavano agli elettori.
Tra gli esclusi figura anche l’attuale presidente del Gran Consiglio: la socialista Gina La Mantia. Ma anche: Simona Arigoni Zürcher (MPS), Marco Bertoli (PLR), Simona Buri (PS), Bruno Buzzini (Lega), Nicola Corti (PS), Fabrizio Garbani Nerini (PS), Leila Guscio (Lega), Angelica Lepori Sergi (MPS), Michela Ris (PLR), Massimiliano Robbiani (Lega) e Giancarlo Seitz (Lega).