Delitto di Ascona Il giudice: «Lei cercava una serva»

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19.11.2019 - 11:06

Il luogo del dramma
Il luogo del dramma
Ti-Press / archivio

L'interrogatorio del 57enne che nel giugno del 2017 uccise la moglie ha aperto il processo per il delitto di Ascona.

Il processo che vede alla sbarra l'uomo che il mattino del 23 giugno 2017 uccise la moglie sparandole più volte in un autosilo di Ascona si è aperto martedì mattina di fronte alla Corte delle assise criminali riunita a Lugano.

Nel corso dell'interrogatorio il presidente, giudice Mauro Ermani, ha sollecitato più volte l'imputato su quella che lui definisce «la sua mentalità». Quella che vede la donna, citiamo, «come una serva».

«In Macedonia comanda l'uomo»

In Macedonia, ha risposto il 57enne in aula, comanda l'uomo. «Io l'amavo tanto questa donna», ha aggiunto, nonostante, sempre secondo lui, lei lo tradisse con persone diverse, anche con il marito della figlia.

Sarebbe proprio questa idea, e la decisione della donna di lasciarlo, ad aver spinto il marito al folle gesto. L'uomo, lo ricordiamo, le ha scaricato contro un intero caricatore.

«Non potevo vivere senza di lei»

«L'amavo tanto, non volevo ucciderla, non potevo vivere senza di lei», è scoppiato in lacrime, sollecitato dal giudice sui mesi che hanno seguito la decisione della moglie si lasciarlo.

Per la procura, quel delitto fu un assassinio. Perché l'uomo, sempre a mente dell'accusa, agì con particolare mancanza di scrupoli e con movente, scopo e modalità particolarmente perversi.

Una versione, questa, che la difesa respinge. Il legale dell'uomo (reo confesso), Niccolò Giovanettina, si batterà affinché il suo cliente venga giudicato meno severamente.

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