Ticino Il Gran Consiglio torna al lavoro con i suoi 36 volti nuovi

SwissTXT / red

2.5.2023

Immagine d'illustrazione
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archivio Ti-Press

Si insedia il Parlamento ticinese, sessione su due giorni per il «nodo» dei seggi in Commissione. Nadia Ghisolfi alla presidenza.

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2.5.2023

Il discorso del deputato anziano, il 71enne esponente del PLR Alessandro Cedraschi, apre oggi alle 14 la seduta costitutiva e la legislatura del Gran Consiglio ticinese. Dei 90 deputati, 54 sono riconfermati e 36 nuovi. Al giudizio degli elettori il 2 aprile si erano ripresentati in 66. Dodici non sono quindi stati rieletti, un tasso del 18% in linea con il passato.

All'ordine del giorno della prima giornata, come spiega la RSI sul suo sito, ci sono, come da tradizione, la dichiarazione di fedeltà, la designazione degli scrutatori, la nomina dell'ufficio presidenziale e il discorso della prima cittadina, ruolo che Nadia Ghisolfi eredita da un'altra donna, Gina La Mantia. Il nuovo Legislativo, tuttavia, è meno «rosa» del precedente, visto che le donne sono scese da 31 a 29.

Mentre la citata socialista figura nella dozzina di esclusi dopo aver fatto parte dello scorso Parlamento, la deputata del Centro che assume la guida del Gran Consiglio è invece la più longeva in assoluto per militanza. È battuta tra gli uomini unicamente dal suo presidente di partito Fiorenzo Dadò, in carica dal 2006.

Ghisolfi era entrata a far parte del Gran Consiglio nel giugno del 2008 subentrando al dimissionario Roland David. Non era ancora luganese, mentre oggi è al Palazzo dei Congressi (e non all'ex asilo Ciani come previsto inizialmente) che la Città festeggerà la sua elezione alle 18.30.

Seduta costitutiva su due giorni

Per non tardare ai festeggiamenti di rito, l'ufficio presidenziale ha stabilito la settimana scorsa di tenere la seduta costitutiva su due giorni. Promette di far discutere, infatti, un altro punto dell'agenda di inizio legislatura, ovvero la designazione dei membri delle Commissioni. Il loro lavoro preparatorio è molto importate e indirizza in modo spesso decisivo il dibattito nel plenum.

Il Partito socialista aveva contestato la ripartizione dei seggi annunciata a inizio aprile dai servizi del Gran Consiglio, che avrebbe attribuito 5 poltrone al PLR, 4 al Centro, 3 alla Lega, 2 allo stesso PS e all'UDC e uno ai Verdi. Sarà il Parlamento stesso a dover decidere su una serie di proposte sul tavolo, ma lo farà mercoledì.

Va ricordato che il Legislativo eletto il 2 aprile è il più frammentato della storia, con ben 12 formazioni rappresentate. Di queste, però, ben 6 (13 deputati in tutto) non fanno gruppo e quindi di regola non hanno loro esponenti fra i 17 membri di ogni singola commissione.