ReligioneIl Vescovo Lazzeri lascia la Diocesi di Lugano dopo anni difficili
Paolo Beretta
7.10.2022
Monsignor Lazzeri non sarà più il Vescovo di Lugano. Si chiuderà a breve, dopo quasi 10 anni, l'operato del bleniese alla testa della Curia, scossa negli ultimi anni da diversi episodi: dalla chiusura repentina del GdP nel 2018, al prete accusato di abusi sessuali, dalla vicenda di Don Chiappini al caso di truffa di Don Tamagni, senza dimenticare il prete ubriaco fermato in dogana nei mesi scorsi.
Paolo Beretta
07.10.2022, 17:46
08.10.2022, 10:18
Paolo Beretta
Monsignor Lazzeri ha deciso di lasciare il suo incarico alla testa della Diocesi di Lugano. La notizia, anticipata dalla RSI, era nell'aria da diversi giorni. Fonti vaticane l'hanno confermata all'emittente di Comano nel corso del pomeriggio di venerdì. Finora la Curia non si è voluta esprimere.
La RSI spiega che la pubblicazione della decisione sul bollettino ufficiale della Santa Sede, all’inizio della prossima settimana, ne sancirà la formalizzazione e la Diocesi potrà quindi informare il clero e i fedeli. Sarà quindi probabilmente indetta una conferenza stampa.
Secondo diverse fonti, a garantire la transizione verso un nuovo vescovo sarà un alto prelato in provenienza dalla Romandia. Non verrebbe quindi rispettata la procedura secondo la quale il periodo deve essere gestito dal vicario generale della Diocesi. Molto probabilmente non sarà Monsignor Nicola Zanini, appunto vicario generale a Lugano, a occuparsene. I motivi di quella che sembra una strana scelta, che non è ancora stata ufficializzata, non sono noti.
Monsignor Lazzeri molto amato dai fedeli
La notizia della partenza di Monsignor Lazzeri ha suscitato viva emozione in molti fedeli, ma non solo. Il 59enne, assai discreto, è apprezzato per le sue doti umane, che gli hanno permesso, nelle sue visite pastorali e negli incontri pubblici, d'essere all'ascolto di tutti. È poi anche molto apprezzato in qualità di intellettuale, vista la sua profonda cultura, non solo religiosa.
Stando a diverse fonti Monsignor Lazzeri ha scelto di non più essere il vescovo di Lugano per motivi personali. È ipotizzato da più parti che la gestione della Curia sia diventata col tempo, complice anche la situazione pandemica, vieppiù complicata per il bleniese. Quello che è certo è che negli ultimi cinque anni la Diocesi di Lugano è stata sotto i riflettori dei media diverse volte.
Una delle ultime apparizioni pubbliche di rilievo per Monsignor Lazzeri è stata la Santa Messa celebrata per la Festa del Primo Agosto sul Passo del San Gottardo. Gli impegni presi per questo fine settimana sono confermati, anche per la cresima a Mendrisio di sabato.
Gli ultimi 5 anni «difficili» della Diocesi
Sotto la guida di Monsignor Lazzeri la Diocesi di Lugano, che ha chiuso il 2020 con un deficit di quasi un milione di franchi e i cui conti per il 2021 dovrebbero chiudere con perdite oltre il milione e mezzo, è stata scossa, soprattutto negli ultimi anni, da episodi di cronaca che sono finiti sulle prime pagine dei giornali ticinesi e che hanno avuto anche dei risvolti giudiziari.
La scomparsa repentina del Giornale del Popolo
Uno degli episodi che più hanno colpito l'opinione pubblica ticinese è stato la chiusura brutale, nel maggio del 2018, del Giornale del Popolo (GdP), avvenuta solo una settimana dopo il fallimento di Publicitas.
Come aveva spiegato l'allora direttrice del GdP Alessandra Zumthor la scomparsa della società che ne gestiva gli annunci pubblicitari significava un ammanco di circa 400.000 franchi su un budget di 4,2 milioni.
Unico foglio quotidiano cattolico rimasto in Svizzera, e per questo considerato un'anomalia nel panorama mediatico, fondato nel 1926 e proprietà per il 51% della Curia, aveva allora una tiratura di poco superiore alle 10'000 copie e con i suoi 35.000 lettori era il quarto giornale del Ticino.
All'epoca Monsignor Lazzeri, nel suo editoriale «La decisone più dura», aveva spiegato, ma senza entrare nei dettagli, che la situazione economica non era più sostenibile. In un'intervista alla RSI aveva aggiunto: «Abbiamo dovuto, per legge, depositare i bilanci».
In 30 persero subito il lavoro, senza un piano sociale, poiché allestirlo, come spiegò Lazzeri alla RSI: «Avrebbe voluto dire mettere la diocesi in ginocchio. Ci saremmo trovati a deporre il bilancio e a fare fallimento come diocesi».
Un caso di abuso sessuale
Dopo la scossa subita dalla perdita del GdP, la Diocesi è stata toccata dal caso di un sacerdote accusato nel maggio del 2020 di abusi sessuali.
Il vescovo, come lui stesso aveva raccontato in una conferenza stampa, era venuto a conoscenza della vicenda l'11 marzo dello stesso anno tramite il racconto di una persona vicina alla vittima. Subito dopo ne aveva riferito alla Commissione diocesana di esperti per la gestione dei casi di abusi sessuali in ambito clericale, presieduta da Fabiola Gnesa, e agli inquirenti.
A essere segnalato a carico dell'allora 50enne è stato un unico episodio risalente a 5 o 6 anni prima, aveva precisato Monsignor Lazzeri. L'imputato era accusato di atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere, aveva fatto sapere il Ministero pubblico.
La vicenda di don Chiappini
Aveva suscitato molto clamore e stupore nell’opinione pubblica la vicenda giudiziaria di don Azzolino Chiappini, nel novembre del 2020. Il già vicario generale della Diocesi di Lugano e rettore emerito della Facoltà di Teologia dell'USI, era stato arrestato con l’accusa di aver segregato in casa una finlandese 48enne, priva di regolare permesso di soggiorno.
L'allora 80enne era stato scarcerato qualche giorno dopo. L’inchiesta si era chiusa nel febbraio del 2021 quando la Procura ha emanato un decreto di abbandono. Gli indizi dei reati ipotizzati di sequestro di persona, coazione e lesioni semplici per omissione ai danni della donna, dimorante da molto tempo nell'abitazione dell'imputato, non erano corroborati.
La Curia all'epoca aveva fatto sapere in una nota che, visto il clamore che la vicenda aveva suscitato, Don Chiappini, stimato teologo a livello mondiale, «ha ritenuto di dover rinunciare a tutti gli incarichi finora ricoperti in Diocesi, compreso l'insegnamento presso la facoltà».
Il mancato viaggio a Roma nel 2021
Nel novembre del 2021 è avvenuto in Curia un episodio poco chiaro. Il Vescovo Lazzeri non aveva potuto recarsi a Roma, dove era in corso la Conferenza dei Vescovi Svizzeri alla visita ad limina, che avviene ogni cinque anni, durante la quale si discutono con il Pontefice i maggiori problemi pastorali e culturali della propria diocesi.
La Curia, all'epoca, aveva giustificato l'assenza, per nulla comunicata in anticipo, con il fatto che Monsignor Lazzeri, a seguito del perdurare di «difficoltà deambulatorie dovute a un infortunio a una caviglia» avvenuto tre mesi prima (ma mai reso pubblico), non poteva essere presente a Roma.
Le malversazioni di Don Tamagni
La Curia, sotto la direzione di Monsignor Lazzeri, è stata testimone anche di un episodio di truffa, venuto a galla nel novembre del 2021, da parte dell'allora parroco di Cadro Don Samuele Tamagni.
Nel marzo del 2022 è stato condannato a 33 mesi di detenzione, 6 da espiare e 27 sospesi con la condizionale per 2 anni. È stato riconosciuto colpevole di appropriazione indebita ripetuta e in parte aggravata, truffa ripetuta, amministrazione infedele aggravata e ripetuta.
Ha compiuto malversazioni per circa 900'000 franchi, dilapidando il suo patrimonio, quello dei genitori, facendosi consegnare denaro ingannando amici e parrocchiani, prelevandolo dalla cassa di una colonia per bimbi, di una fondazione legata alla parrocchia e della Fondazione intestata al nipote Damiano, morto tragicamente in un alterco alla Stranociada del 2008.
I soldi sono finiti in gran parte nelle tasche di un 27enne italiano col quale don Samuele aveva intrecciato una relazione sentimentale. Sono stati sperperati fra tavoli di casinò o in investimenti in attività senza sbocco.
Il caso del prete molesto e ubriaco
L'ultima vicenda in ordine di tempo che ha lasciato l'amaro in bocca ai fedeli è quella che ha visto coinvolto un presbitero in due casi distinti. Il primo risale al dicembre del 2021, quando la polizia è stata chiamata in una discoteca del Mendrisiotto.
L’uomo era stato accusato da una ragazza di averla molestata. Dall'episodio sarebbe nato un alterco, a tratti violento, con altri avventori. Da qui la richiesta dell'intervento delle forze dell'ordine.
Il secondo episodio risale alla metà di maggio di quest'anno quando il religioso è stato fermato alla dogana di Ponte Chiasso completamente ubriaco al volante dell'auto intestata alla parrocchia del Mendrisiotto dove celebrava le funzioni. Solo dopo questo episodio la Curia lo ha sospeso.
La settimana prossima se ne saprà forse di più
È possibile che i motivi personali alla base della decisione presa da Monsignor Lazzeri siano resi noti la settimana prossima, quando è attesa l'ufficializzazione delle sue dimissioni, e che non siano legati agli episodi ricordati fin qui.
Monsignor Lazzeri, con molta probabilità, tornerà a immergersi negli studi, che aveva abbandonato al momento in cui è subentrato nel 2013 a Monsignor Grampa.