Le reazioniImposta di circolazione, Dadò: «È ora che si riveda la spesa pubblica»
sam
30.10.2022
Non sono tardate ad arrivare le reazioni in merito ai risultati del voto cantonale odierno sull'iniziativa popolare «Per un'imposta di circolazione più giusta!» e sul controprogetto del Gran Consiglio.
sam
30.10.2022, 15:15
30.10.2022, 15:38
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I ticinesi, come ormai noto, hanno approvato l’iniziativa popolare «Per un’imposta di circolazione più giusta» lanciata dall'allora PPD, ora diventato Il Centro. Quest’ultima ha raccolto il 60,3% di voti positivi, mentre il controprogetto sullo stesso tema è stato bocciato con il 56,9% dei «no».
Ecco le reazioni rilasciate ai microfoni della RSI di chi aveva appunto raccolto le firme per andare alle urne, vale a dire Il Centro, per voce del suo presidente Fiorenzo Dadò, e di chi è uscito sconfitto, ossia i Verdi, rappresentati dalla co-coordinatrice Samantha Bourgoin. Parola anche al consigliere di Stato Norman Gobbi, il cui Dipartimento dovrà far applicare quanto uscito dalle urne.
Dadò (Il Centro): «È ora che si riveda la spesa pubblica»
Secondo Fiorenzo Dadò, interpellato dalla RSI al termine della votazione, «i ticinesi hanno capito la portata di questa iniziativa e noi siamo particolarmente soddisfatti di essere riusciti a portare un piccolo sollievo alle famiglie ticinesi».
Il tema toccava all'incirca 200mila automobilisti, ma alle urne si è recata solo il 35% della popolazione. Come lo spiega il presidente de Il Centro? «Il dato è in linea con altre votazioni. Forse un po' il periodo difficile, ma anche il fatto che la discussione sul tema è stata molto complicata, non ha aiutato a portare i ticinesi alle urne. Va anche detto che noi eravamo praticamente i soli a puntare su questa iniziativa e quindi a fare campagna».
«Ora - ha aggiunto Dadò - toccherà al consigliere di Stato leghista Norman Gobbi applicare alla lettera il testo e ci attendiamo che almeno il 90% dei ticinesi abbia una riduzione di queste imposte nel 2023».
La RSI ha infine domandato se questa iniziativa non è magari già vecchia, dal momento che c'è già una spinta verso i veicoli elettrici e che l'Unione Europea ha messo al bando le auto super inquinanti a partire dal 2035: «Ritengono di no. Tutti sappiamo che ci sono i problemi ambientali, dati dal CO2, e questa iniziativa mira proprio a favorire questa transizione. È chiaro che arriverà il giorno in cui andrà cambiata, ma tutte le cose vanno modificate in base all'evoluzione del tempo».
Bourgoin (I Verdi): «Era importante proporre un'alternativa»
Dal canto suo, la co-coordinatrice dei Verdi Samantha Bourgoin, sostenitrice del controprogetto del Gran Consiglio, ha affermato sempre alla RSI che «l'approccio de Il Centro è stato nettamente populista e quindi era facile intuire che l'iniziativa popolare sarebbe passata».
Bourgoin ha però tenuto a precisare che «per gli ecologisti era importante dare un'alternativa perché se è giusto andare a votare un'iniziativa è anche giusto che le informazioni siano chiare. Bisogna dire, ed è per questo che noi avevamo fatto reclamo al Consiglio di Stato, che a nostro avviso non si sono risparmiati e hanno usato (ndr, quelli de Il Centro) delle cifre un po' fuorvianti».
Infine, la co-coordinatrice dei Verdi ha affermato di «sperare solo che i ticinesi che hanno votato a favore dell'iniziativa poi non siano rattristati quando vedranno in effetti quello che riceveranno nella busta con la fattura».
Gobbi: «Correzione per non penalizzare i veicoli più recenti»
Infine, la RSI ha interpellato il consigliere di Stato Norman Gobbi, al quale ha chiesto se come direttore del Dipartimento delle istituzioni è soddisfatto che i ticinesi verranno almeno in parte sgravati: «Era anche l'obiettivo del Consiglio di Stato, già nel 2019, quando abbiamo presentato il messaggio in risposta all'iniziativa popolare».
Il direttore del DI aggiunge inoltre che «quello che è stato il messaggio chiaro da parte del Parlamento era comunque una riduzione generalizzaata del prelievo delle imposte di circolazione. Questo credo che sia l'aspetto più importante. Quindi come membro del Governo, e come capo Dipartimento, saluto positivamente il voto di oggi».
Gobbi sottolinea però che «ci saranno dei correttivi da fare, anche di carattere tecnico, sul doppio sistema di rilevazione delle emissioni di CO2, nato dopo il famoso scandalo sulle emissioni diesel in Germania alcuni anni fa».