MottaroneMottarone, la rimozione della cabina sarà difficile. Tolto l'incarico alla gip
SDA
7.6.2021 - 20:30
Si tenterà di rimuovere la cabina della funivia precipitata sulle pendici del Mottarone prelevandola con un elicottero. Ma l'operazione sarà difficile. Le tempistiche rimangono sconosciute, così come il luogo dove verrà portata una volta a valle. Stando ai video dell'impianto di sorveglianza il dramma si è svolto in meno di 30 secondi.
Keystone-SDA
07.06.2021, 20:30
07.06.2021, 23:28
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Sono sostanzialmente due le opzioni che si presentano agli specialisti per la rimozione della cabina della funivia del Mottaorne, schiantatasi su un terreno ripido e boschivo nella tragedia che domenica 23 maggio ha provocato la morte di 14 persone e il ferimento di un bimbo di cinque anni, unico sopravvissuto.
L'abitacolo accartocciato contro alcuni alberi, che è stato nel frattempo coperto da un telo per impedirne la degradazione fisica dovuta agli agenti atmosferici, dovrà essere per forza trasportato a valle mediante un elicottero.
Si cercherà di spostarlo in un sol pezzo, ma se non sarà possibile si potrebbe procedere al taglio in due. Sono le valutazioni fatte lunedì al termine del sopralluogo, avvenuto sotto la grandine, al quale ha partecipato un team speciale dei Vigili del fuoco di cui fanno parte anche i piloti del velivolo.
Saranno tagliati degli alberi
«L'operazione prevede diverse fasi – spiega il capitano Luca Geminale, comandante della Compagnia dei carabinieri di Verbania – per le quali sarà stilato un programma da parte dei Vigili del fuoco, che sarà sottoposto alla Procura».
La rimozione «non è una cosa semplice – ha prosegue il capitano Geminale – vista la posizione in cui si trova la cabina. Che andrà prima di tutto messa in sicurezza, onde evitare che durante la rimozione aerea possa muoversi».
Oltre al terreno davvero ripido e che non è accessibile con mezzi di trasporto, gli specialisti devono tenere conto della mole della cabina, non proprio piccola. L'intera zona dell'incidente sarà resa più sicura per le manovre dell'elicottero tagliando altri alberi.
Ancora da decidere le tempistiche e i luoghi
«La soluzione migliore – spiega il capitano – è la rimozione in un colpo solo di tutta la cabina, per preservarne l'integrità del corpo anche per un discorso di accertamenti investigativi. Se ciò non fosse possibile si dovrà procedere al taglio della cabina in due parti prima di rimuoverla».
Non è dato sapere, al momento, il luogo dove verrà portata: «Più a valle in una zona piana – dice Geminale – dove potrà poi essere caricata su un camion per il successivo trasferimento. I tempi? Difficile dirlo ora perché dipende del calendario stilato dei Vigili del fuoco».
Al sopralluogo sul Mottarone ha partecipato anche il professor Giorgio Chiandussi, il perito nominato dalla Procura della Repubblica di Verbania.
Gli ultimi 24 secondi registrati dalla video sorveglianza
Secondo quanto riportato da diversi quotidiani italiani, le immagini delle telecamere di sorveglianza acquisite dai carabinieri e messi agli atti dell’inchiesta della Procura di Verbania mostrano gli ultimi attimi prima della tragedia.
I video mostrano la cabina numero 3, con a bordo i 15 passeggeri, che sta per entrare nella stazione d'arrivo sul Mottarone. Sono le 12.12, secondo gli inquirenti. «Si rompe una fune che provoca l’impennata della cabina e il suo conseguente ritorno a velocità non controllata verso il pilone tre. – spiega chi tra gli investigatori ha visionato le immagini – Lì la cabina precipita al suolo».
Dall’avvicinamento alla stazione allo schianto il filmato dura circa 24 secondi. Sarà fondamentale per aiutare gli inquirenti a capire che cosa abbia provocato la rottura della fune trainante, una delle due concause dell’incidente finora ipotizzate insieme al mancato funzionamento del freno di emergenza per la presenza dei ceppi, i cosiddetti «forchettoni», che ne hanno impedito l'entrata in funzione.
Tolto l'incarico al giudice (gip) Banci Buonamici
Intanto nelle indagini sull'incidente cambia «in corso d'opera» il giudice. Con un provvedimento definito dalle difese «anomalo» e senza precedenti, il presidente del Tribunale di Verbania Luigi Maria Montefusco ha riassegnato il procedimento alla «titolare per tabella del ruolo», ossia al giudice Elena Ceriotti e ha esonerato Donatella Banci Buonamici, il giudice per le indagini preliminari (gip) che ha scarcerato i tre indagati fermati meno di tre giorni dopo la tragedia.
Una questione di «equa e coerente distribuzione del lavoro» la definisce il presidente Montefuschi, ma col rischio di allungare i tempi della decisione sull'incidente probatorio chiesto dalla difesa di Gabriele Tadini, il caposervizio dell'impianto ora ai domiciliari. Richiesta contro cui si schiera la Procura per preservare le indagini che altrimenti potrebbero essere pregiudicate «in modo irreversibile» e per evitare di fare iscrizioni nel registro degli indagati a «pioggia» e non «mirate».
Mentre per domani al Tribunale del Riesame di Torino verrà depositato l'appello con cui i pubblici ministeri (pm) chiedono di annullare l'ordinanza con cui il gip Banci Buonamici il 29 maggio ha rigettato la richiesta di misura cautelare per Luigi Nerini, il titolare della Ferrovia del Mottarone, e per Enrico Perocchio, l'ingegnere direttore di esercizio, si fa dunque ancora più ingarbugliata la battaglia legale sul dramma del 23 maggio.
«Un provvedimento anomalo»
A far discutere è invece la decisione di riassegnare il procedimento. «È un provvedimento anomalo. Non è mai capitato che durante una partita venga cambiato l'arbitro nonostante tutti riconoscano abbia operato bene», commenta l'avvocato Pasquale Pantano, legale di Nerini.
Fermato con il caposervizio Tadini, dopo tre giorni è stato scarcerato insieme a Perocchio, direttore d'esercizio della funivia, il cui difensore, l'avvocato Marcello Perillo, ha chiesto l'incidente probatorio. «Un provvedimento del genere non si è mai visto - sottolinea il legale - È la prima volta che, non per un valido impedimento, ma per un problema tabellare, sia sostituito un giudice di un procedimento in corso».
Parla di decisione «singolare» anche Alberto De Sanctis, presidente della Camera penale del Piemonte occidentale. «Mai viene riassegnato ad altro gip un fascicolo in fase di indagini, salvo in casi di impossibilità a svolgere le funzioni», osserva. Ed è doppiamente singolare che accada in un piccolo Tribunale in cui il vero problema dovrebbe essere quello di evitare l'incompatibilità tra gip e giudice delle udienze preliminari (gup).
«Non 'bruci' due gip perché avresti problemi a trovarne il terzo per celebrare l'udienza preliminare. È ancora più incredibile che questo avvenga d'urgenza così di fatto da impedire al gip originario di decidere su una richiesta di incidente probatorio formulata dalla difesa».
«Spero - è la conclusione di De Sanctis - che qualcuno all'interno della magistratura e dell'Associazione nazionale magistrati (Anm) se ne accorga così da tutelare l'indipendenza e la terzietà del Giudice. Queste inspiegabili decisioni rischiano di minare la credibilità della magistratura così come percepita dai cittadini e proprio non ne avevamo bisogno in questo momento storico».