Ticino Mezzo milione contro il lupo, gli aiuti fanno discutere

Swisstxt

30.7.2022 - 23:03

Un credito di mezzo milione di franchi, personale ausiliario, alloggi mobili di sorveglianza e sussidi per gli agricoltori costretti ad abbandonare precocemente gli alpeggi.

Immagine d'illustrazione.
Immagine d'illustrazione.
KEYSTONE/DPA/LINO MIRGELER

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Questa la decisione del Cantone Ticino come aiuto per proteggere il bestiame dai predatori.

Una soluzione ben accolta dai vari gruppi di interesse, che tuttavia lanciano l'allarme: «I casi non sono solo in leggero aumento».

«Questo credito è stato un'idea della nostra associazione nazionale, non viene dal niente, serve a dare un sollievo momentaneo agli allevatori in difficoltà», spiega alla RSI Sandro Rusconi, vicepresidente dell'Associazione territorio senza grandi predatori.

«Era stato bocciato in dicembre dell'anno scorso, ma grazie alla nostra associazione è stato riproposto ed è passato... poi la Confederazione ha ritardato l'applicazione», aggiunge.

Il Cantone ha quindi voluto accelerare la pratica anticipando degli aiuti, ma questo non soddisfa pienamente i contrari al lupo.

Secondo Rusconi, «per affrontare il problema nel modo giusto si dovrebbe procedere a una gestione del numero di esemplari circolanti, con un abbattimento preventivo di circa il 20-30% annuale».

«Verso una migliore protezione del bestiame»

WWF e Pro Natura si dichiarano aperti a una possibile regolazione, essendo sensibili all'importanza ecologica del predatore. 

«Questo va proprio nella direzione che noi auspichiamo perché dobbiamo renderci conto che se e quando avverrà l'accettazione della regolazione a livelllo federale, questa da sola non servirà a risolvere completamento il conflitto tra lupi e agricoltori, ma bisognerà anche andare verso la via del miglioramento della protezione del bestiame e dell'accesso ad esso», racconta all'emittente di Comano la portavoce del WWF e di Pro Natura, Silvia Gandolla.

L'analisi delle predazioni

Venerdì è stata diffusa dall'Ufficio Caccia e Pesca l'analisi delle predazioni, che rivela una ventina di casi. Si tratta di un lieve aumento rispetto agli anni scorso, ma i dati restano piuttosto in linea col passato. 

Rusconi però intravede lo stesso un problema: «Siamo a metà stagione o poco più, la ventina di casi era per tutti gli anni scorsi, dove avevamo da 4 -5 o 9 predazioni. Il numero di animali predati quest'anno ammonta ad almeno 135, il triplo delle solite media annuali... e non siamo nemmeno alla fine della stagione», spiega.