Dopo il no alle urne Per i media resta l'opzione degli aiuti cantonali

Swisstxt

14.2.2022 - 21:25

I due quotidiani ticinesi
I due quotidiani ticinesi
archivio Keystone / Ti-Press

Dopo la bocciatura del pacchetto di aiuti ai media, il Gran Consiglio ticinese dovrà decidere se tentare di trovare una soluzione cantonale al problema, come stanno già facendo altri Cantoni, come ad esempio Grigioni o Vaud.

SwissTXT

Se il Parlamento approverà questa idea, spetterà al Governo presentare un pacchetto di misure per aiutare l'informazione di prossimità.

Due anni fa era stata infatti presentata una mozione parlamentare che chiede un sostegno concreto ai media locali e che torna ora d'attualità. L'atto parlamentare era rimasto nel cassetto in attesa di conoscere il destino delle misure decise a livello federale. Secondo il primo firmatario, il deputato PPD Lorenzo Jelmini, è ora di riattivare il dossier.

«È vero che il Ticino è tra i cantoni che hanno votato ‹no› agli aiuti decisi da Berna, ma tra le motivazioni c'era quella di non dare soldi a milionari che si occupano di media. Non credo che ne esistano qui in Ticino, per cui sicuramente un sostegno ai media locali è più che necessario», ha osservato Jelmini ai microfoni della RSI.

Per chi promuove un intervento cantonale non c'è tempo da perdere se si vuole impedire che altre testate giornalistiche locali scompaiano. Bisogna «sostenere i giornali locali - aggiunge Jelmini - puntare sulla formazione e aiutare anche chi lavora online, perché ci sono testate sul web molto interessanti che però non ricevono sussidi».

«Sarebbe un compito della Confederazione»

Il presidente del Governo Manuele Bertoli è più scettico: «Ne abbiamo brevemente discusso in Governo, e andiamo più nella direzione di insistere a livello federale, perché il tema è di portata nazionale», ha detto sempre all'emittente di Comano.

Ma a suo avviso, «i cantoni, soprattutto quelli periferici, dovrebbero fare molta attenzione a occuparsi di un tema che sgraverebbe Berna dalle sue responsabilita. Sicuramente i cantoni potrebbero contribuire, ma sempre nel quadro di un contesto nazionale. Il problema è presente in ogni cantone, e non vedo perché non debba essere la Confederazione a occuparsene».

«Aiuti cantonali sì, ma non solo»

Contattata sempre dalla RSI, l'associazione che riunisce i principali editori svizzeri ritiene che «sussidi cantonali sono benvenuti, ma più a lungo termine e a livello di capillarità, un sostegno dei media cantonale non è sufficiente, poiché ha effetti solo puntuali e spesso non è congruente per tutti. Per questo servono soluzioni a livello nazionale», ha scritto Stefan Wabel, direttore di Stampa Svizzera

A pensarla così anche Matthias Künzler, esperto di politica mediatica alla Scuola universitaria professionale dei Grigioni (FHGR), secondo cui «le soluzioni cantonali possono funzionare, ma solo per media piuttosto piccoli e nei cantoni con più lingue. Ad avere possibilità di ottenere maggioranze politiche sono forme di sostegno indiretto ai media. Pensiamo agli aiuti per le agenzia di stampa, a degli sconti per la popolazione sugli abbonamenti ai giornali, a inserzioni, a fondi per la ricerca o per la formazione dei giornalisti».

Anche la responsabile federale delle telecomunicazioni sembra caldeggiare la possibilità di aiuti cantonali: «La discussione sulla corretta destinazione dei sussidi ha riguardato sempre soprattutto la Svizzera tedesca. È chiaro quindi che alcuni cantoni potrebbero sostenerli», ha spiegato la consigliera federale Simonetta Sommaruga.

Nei Grigioni, il tema è (anche) l'italianità

Anche nei Grigioni il tema degli aiuti ai media rimane d'attualità, in particolare grazie alla pubblicazione un mese fa di un rapporto sul panorama mediatico grigionese che ha evidenziato una carenza di informazioni in lingua italiana.

E l'Esecutivo intende agire proprio in questo settore: «Una delle conclusioni del rapporto è quella di dover agire sull'italianità - rassicura il consigliere di Stato Jon Dominic Parolini - e il Governo ha già deciso in merito a gennaio».