Processo Delitto alla pensione La Santa, la difesa: «Non è assassinio, la pena va ridotta»

Swisstxt

19.5.2021 - 11:52

La pensione dove si svolsero i fatti
La pensione dove si svolsero i fatti
Ti-Press

Si è conclusa questa mattina, a palazzo di giustizia di Lugano, la lunga arringa della difesa per la morte di Matteo Cantoreggi alla pensione la Santa di Viganello il 17 dicembre del 2019.

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Un’arringa di oltre due ore per convincere la Corte che l’imputato, un 35enne austriaco, non è un assassino. La legale dell’uomo, Letizia Vezzoni, ha contestato punto per punto la tesi accusatoria secondo cui il 35enne quella sera, colpendo la vittima con pugni e calci, ha voluto «impartirgli una lezione».

A mente della difesa, il 17 dicembre del 2019, il 35enne ha risposto all’ennesima provocazione di Matteo Cantoregg, come già era successo due volte quella settimana.

Una tesi che, sempre a mente della difesa, trova appunto riscontro negli episodi precedenti, ma anche nella descrizione che alcuni conoscenti hanno dato della vittima: «Un provocatore quando beve».

«Non ha percepito il rischio»

La difesa ha anche contestato la tesi secondo cui l’imputato – chiamando i soccorsi solo 20 minuti dopo il pestaggio – ha accettato che potesse morire: «Non ha percepito il rischio». È stato dunque un brutto, bruttissimo episodio di violenza, ma non un assassinio. È stato semmai un omicidio colposo per omissione, reato che prevede una pena massima di tre anni, e per questo ha chiesto alla Corte una massiccia riduzione della pena e che il suo cliente non venga espulso dalla Svizzera.

La Corte, sempre secondo la difesa, nel commisurare la pena non può fare astrazione dal contesto in cui sono avvenuti i fatti. Quello della pensione La Santa di Viganello, dove convivevano persone con importanti problemi di abuso di sostanze, senza un lavoro, senza prospettive.

Per la pubblica accusa che ha parlato ieri, invece, l’imputato ha agito con ferocia e per un motivo futile, per «far capire chi comandava alla pensione» e per questo è un assassino. Ha chiesto che venga condannato a 17 anni di detenzione ed espulso dalla Svizzera.