Ticino Penuria energetica, le nuove risorse del Ritom saranno molto preziose

Swisstxt / Red

10.8.2022

Il bacino idroelettrico artificiale del Ritom.
Il bacino idroelettrico artificiale del Ritom.
© Ti-Press / Alessandro Crinari

Martedì a Piotta i vertici delle FFS e dell'Azienda elettrica ticinese (AET) hanno festeggiato l'arrivo «a tetto» dello stabile della nuova centrale idroelettrica del Ritom. Un tema particolarmente delicato in un periodo di penuria energetica.

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10.8.2022

Il Ritom da un secolo produce elettricità per le FFS, ricorda la RSI. Un nuovo impianto sta prendendo forma accanto alla vecchia centrale. Ci sarà un edificio principale che ospiterà due turbine e la pompa, e si intravvede già anche la sagoma del bacino di demodulazione. 

La futura nuova centrale idroelettrica costituisce il più grande progetto energetico ticinese degli ultimi 50 anni, oltre che uno dei più grandi investimenti che le FFS hanno effettuato a Sud delle Alpi. 

La nuova pompa sarà utilizzata solo da AET, e un quarto dei 48 milioni di metri cubi d'acqua del Ritom, quindi 12 milioni, saranno suoi. Si tratta di un enorme cambiamento, considerando che oggi viene sfruttata solo la diga del Lucendro. 

Si avvicina un «inverno difficile»

«È fondamentale poter avere 12 volte più possibilità di accumulo rispetto all’attuale in Leventina perché ci permette di avere più energia invernale», afferma ai microfoni della RSI Roberto Pronini, membro del CdA di Ritom SA e direttore di AET..

«Se poi pensiamo che, con la pompa che verrà installata, il 10% dell’acqua che arriva ad Airolo verrà pompata, raddoppieremo la quota di energia AET nel Ritom e questo per noi è importantissimo, specialmente negli inverni difficili come questo che si avvicina», 

Il vero valore di tutto questo, spiega Pronini, è l'accumulo, cioè il poter tenere ferma l'acqua per mesi, spostando la produzione dall'estate all'inverno. 

«Questo progetto è interessante anche perché capta acqua pure dal Canton Uri, portandola da Andermatt, e sappiamo che il versante nordalpino è a volte differente rispetto al Ticino per quanto riguarda le precipitazioni», aggiunge.

Ottima collaborazione tra FFS e AET

Durante l'incontro di martedì è stato anche precisato che la produzione sarà delle FFS per il 75% e di AET per il 25%, ma che la proporzione non sarà costante. Le FFS, in caso di bisogno, potranno sfruttare il 100% di essa, se AET non avrà in quel momento particolari necessità, e viceversa. 

I momenti in cui le ferrovie necessitano di più corrente è al mattino, quando i pendolari si recano al lavoro, e nel tardo pomeriggio, quando tornano a casa. I picchi di domanda di AET avvengono invece attorno a mezzogiorno e la sera, quando si cucina. Questi ritmi permettono una buona collaborazione. 

L'efficenza delle nuove turbine: le cifre

Considerando l'acqua che si trova già nel bacino, la capacità di produrre elettricità partendo dalla spinta dell'acqua delle nuove turbine, cioè la loro efficenza, sarà del 92%. Vorrà dire il 6% in più rispetto alle vecchie turbine.

Guardando all'acqua che deve essere pompata prima di tornare a valle, l'efficenza scende leggermente, arrivando all'82%. 

Carenze di energia toccherebbero l'offerta delle FFS

All'incontro a Piotta c'era anche il responsabile Design, impianti e tecnologia delle ferrovie federali, Beat Doiber, che ha permesso di sondare come le penurie energetiche potrebbero toccare il traffico ferroviario. 

Al momento si stanno valutando i possibili scenari, ha spiegato Doiber. Questi verranno presentati alla politica a settembre. Non è stato specificato di quali scenari si tratta, ma si sa che, se il consumo di elettricità dovrà essere ridotto, questo si ripercuoterà probabilmente sull'offerta, portando potenzialmente a periodi con meno collegamenti.