GiustiziaTruffa del «falso poliziotto», condannata una 29enne
SwissTXT / amo
1.3.2023
Una 29enne polacca è stata condannata martedì a Lugano a due anni e mezzo di carcere nell'ambito di un processo per truffa del «falso poliziotto», un tipo di raggiro mirato agli anziani. «Servono migliaia di franchi per cure urgenti a tuo figlio» o «è in arresto, serve una cauzione» sono due delle strategie usate dall'autrice. Lo rende noto la RSI.
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01.03.2023, 14:30
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Alla sbarra martedì a Lugano, l'imputata è stata un'esecutrice materiale della truffa – definita dalla procuratrice pubblica Anna Fumagalli ancor più «crudele e perfida» rispetto a quella del «falso nipote» – ed è stata chiamata in aula come «l'ultima ruota del carro» di una banda criminale.
Stando alla ricostruzione di Fumagalli, si tratta di una banda composta da una famiglia di cui la donna fa parte e che da diversi anni porta avanti questo tipo di truffa.
Come funziona la truffa?
La dinamica è molto simile alla truffa del «falso nipote», ricorda l'emittente radiotelevisiva: si individuano degli anziani particolarmente vulnerabili che un membro del gruppo criminale che parla italiano telefona e dice che un/a figlio/a è in una grave difficoltà.
In generale le storie sono due: o il/la figlio/a è in condizioni critiche in ospedale e quindi si chiedono diverse migliaia di franchi per delle cure urgenti, o il/la parente ha causato un grave incidente stradale per cui è in stato di arresto ed è richiesta una cauzione.
Come descritto dalla RSI, durante il processo, presieduto dal giudice Marco Villa, è stato detto che gli anziani subiscono un vero e proprio shock emotivo, perdendo in questo modo l'abilità di giudicare in modo oggettivo la situazione.
Le vittime in questione sono delle donne tra i 70 e gli 88 anni che abitano da sole e alle quali in alcuni casi sono state fatte sentire le false voci dei figli in lacrime che chiedevano aiuto. È qui che subentra la 29enne, difesa dall'avvocato Francesca Piffaretti-Lanz.
Seguendo le indicazioni avute dalla telefonata, la donna si presenta al domicilio delle vittime e riscuote il bottino. E si tratta di somme particolarmente ingenti che si aggirano tra i 26'000 e i 118'000 franchi tra denaro contante e gioielli.
L'intervento provvidenziale di una tassista
Grazie all'intervento provvidenziale di una tassista la truffa è stata bloccata. La donna ha notato lo stato di agitazione di una delle vittime che stava accompagnando in banca a ritirare dei gioielli custoditi in una cassetta di sicurezza, e ha quindi allertato la polizia che prontamente ha arrestato la truffatrice.
I fatti – come riporta la RSI – sono avvenuti tra maggio e settembre del 2022 e le vittime sono cinque, ma l'imputata è stata ritenuta colpevole solo per due casi. Infatti non c'è la certezza che per gli altri sia stata lei a riscuotere le somme estorte. Anche se è molto probabile che dietro alle truffe ci sia lo stesso gruppo criminale.
La condanna della donna è di due anni e mezzo di carcere da espiare tutti, dato che tra il 2015 e oggi ha accumulato arresti e condanne in Italia, Germania, Polonia e già anche in Svizzera, a Zurigo, per i medesimi reati.