Futuro incerto per il turismo Turisti autoctoni? Per Angelo Trotta sono «un palliativo»

SwissTXT / pab

20.4.2020 - 13:28

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Ti-Press / archivio

Il settore in Ticino è stato travolto dall’emergenza coronavirus e il rilancio sarà duro: la concorrenza sarà forte e la predisposizione a viaggiare scarsa. 

«La primavera è stata persa», ne è convinto il direttore di Ticino Turismo, Angelo Trotta, che lunedì ai microfoni della RSI ha fatto il punto sulle sfide che dovrà affrontare il settore, travolto dall’epidemia di coronavirus.

«Dovremo affrontare due fasi – ha dichiarato Trotta-, quella di ripristino e quella di rilancio: il ripristino si avrà quando alberghi e ristoranti potranno riaprire, il rilancio quando i turisti potranno, e vorranno venire, quando non avranno più paura».

Si parla di turisti autoctoni, di persone che devono riscoprire il territorio, «ma il loro apporto non sarà sufficiente, sarà un palliativo”, ha aggiunto il direttore di Ticino Turismo.

Il rilancio sarà molto duro

«Dovremo focalizzarci prima sui turisti di Oltralpe – ha spiegato ancora Trotta –, per poi passare ai mercati di prossimità, come la Germania, quando le frontiere riapriranno, e in ultimo, forse addirittura nella seconda metà del 2021, sui turisti di Oltreoceano».

Il rilancio, ha avvertito Trotta, sarà duro, poiché tutte le destinazioni turistiche svizzere e del mondo investiranno tanto per ripartire: la concorrenza sarà molto forte e la domanda debole, poiché in molti saranno toccati economicamente e la predisposizione a viaggiare sarà minore.

Il cantone sostiene Ticino Turismo e i comuni le organizzazioni turistiche regionali (OTR) ma, ha sottolineato, ma uno dei pilastri di questo finanziamento sono le tasse turistiche e che sono ridotte quasi a zero: «Avremo un problema di sussistenza, non solo di mancanza di investimenti» ha concluso Trotta.

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