Il primo caso è stato confermato martedì, ha fatto sapere giovedì mattina l'Ufficio del medico cantonale (UMC).
A livello nazionale fino a mercoledì sera se ne contavano 46, precisa un comunicato. La persona colpita dalla malattia, variante meno grave di quella umana debellata dal 1980, è verosimilmente stata contagiata all'estero. Ora si trova in isolamento a domicilio.
L'UMC sta provvedendo a identificare la catena dei contatti, ai quali sarà richiesto di monitorare il proprio stato di salute per tre settimane.
Ad oggi, nel mondo sono stati confermati 3000 contagi. La malattia ha una trasmissibilità contenuta e limitata ai contatti stretti che si possono infettare tramite le cosiddette «goccioline». Il virus si può pure trasmettere da animali (specie roditori).
L’UMC al momento non ritiene che il virus del vaiolo delle scimmie, che causa febbre, mal di testa, dolori muscolari e gonfiore ai linfonodi, seguiti da eruzioni cutanee, sia potenzialmente pandemico e quindi non è per nulla paragonabile al Covid-19.
Come si sviluppa la malattia?
Da uno a tre giorni dopo la comparsa della febbre, ricorda l'UMC nella sua nota, si sviluppa un'eruzione cutanea con vescicole o pustole. L'eruzione cutanea di solito si diffonde dalla testa al resto del corpo. Possono essere colpiti anche i palmi delle mani e le piante dei piedi.
Nella stragrande maggioranza dei casi la malattia non richiede un ricovero ospedaliero e la guarigione avviene nel giro di alcune settimane, anche se in alcune circostanze si può sviluppare anche una patologia sistemica grave.