La decisione è codarda in quanto il governo ha evitato un confronto a livello di politica interna e non ha voluto rischiare una votazione: l'esecutivo ha intuito che l'avrebbe persa. Ciò non è certo coraggioso, afferma lo storico.
Il Consiglio federale sa da due o tre anni che l'accordo istituzionale si trova in un vicolo cieco. Sarebbe stato pragmatico elaborare un piano alternativo ambizioso e presentarlo alla popolazione elvetica.
Ciò che ha fatto il governo mercoledì troncando i negoziati è un funerale senza omelia. «Qualcosa è morto, ma nessuno sa come si andrà avanti», sostiene Maissen, autore di diverse opere fondamentali sulla Storia svizzera.
La Svizzera «ha seguito la via più facile»
Alla domanda se la Svizzera esce perlomeno rafforzata dalla lotta sull'accordo quadro, il 58enne zurighese afferma che non vi è stata una lotta né in politica interna né estera. Il Consiglio federale si è piegato presto perché ha capito che l'UDC e i sindacati erano contro l'accordo.
Per Maissen la Svizzera non ha lottato. Abbandonando le trattative ha seguito la via più facile. Il fallimento dell'accordo istituzionale rappresenta un grande successo per gli oppositori di un'adesione all'Unione europea. Non appartenere all'UE – ritiene lo storico – resterà verosimilmente per lungo tempo la ragion d'essere per la Svizzera.