Ecco dove s'è tagliato Il Parlamento accetta il preventivo 2024 della Confederazione

fc, ats

21.12.2023 - 13:36

Con l'approvazione da parte di Consiglio nazionale e degli Stati delle proposte della Conferenza di conciliazione, il preventivo 2024 della Confederazione è stato oggi definitivamente adottato. Le ultime divergenze, eliminate oggi, riguardavano essenzialmente UNRWA, politica regionale ed esercito.

La sala del Consiglio Nazionale.
La sala del Consiglio Nazionale.
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Keystone-SDA, fc, ats

Illustrando il percorso del preventivo in questa sessione invernale, la «senatrice» Johanna Gapany (PLR/FR) ha ricordato a nome della commissione come il margine di manovra fosse assai limitato: 18 milioni di franchi su un budget che prevede uscite per 89 miliardi.

«Sapevamo che ogni aumento di spesa doveva essere compensato e che un aumento delle imposte o dell'IVA era da escludere», ha detto la friburghese. L'esercizio era «trovare una soluzione equilibrata rispondendo nel contempo ai bisogni della popolazione».

Dieci milioni in meno al Dipartimento di Cassis

Annunciando le proposte uscite dalla Conferenza di conciliazione, Gapany ha spiegato che il Dipartimento degli affari esteri riceverà 10 milioni in meno di quanto chiesto dal Governo per l'aiuto umanitario (ossia 418,7 milioni).

Durante la varie sedute le due Camere si sono trovate in disaccordo sui fondi da versare all'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA): gli Stati volevano inizialmente 20 milioni, poi scesi a 10; il Nazionale voleva invece tagliare del tutto il contributo.

Ora, come detto, il budget per l'aiuto umanitario è stato ridotto di 10 milioni, ma il preventivo non dice esplicitamente che il taglio va a danno dell'UNRWA.

Il versamento a questa agenzia viene comunque subordinato a una condizione: le competenti commissioni dovranno essere informate sull'impiego dei soldi, che dovranno esclusivamente andare a beneficio della società civile, ha detto Gapany.

I fondi saranno inoltre liberati a rate, ha aggiunto precisando che in conciliazione la decisione è stata presa con 19 voti contro 7.

Il Nazionale non voleva contributi per la politica regionale

Nell'invitare il Nazionale ad approvare le proposta della Conferenza di conciliazione, la relatrice commissionale Anna Giacometti (PLR/GR) ha ricordato che se questa dovesse venir bocciata caderebbe infatti anche il decreto federale che precisa dove vanno effettuati i tagli.

Tale decreto precisa però anche altre cose, come il fatto che i 4 milioni supplementari previsti per Ufficio federale dell'ambiente siano destinati alla protezione delle greggi. Se le condizioni dovessero cadere, i 4 milioni resterebbero, ma non andrebbero automaticamente laddove il Parlamento vorrebbe.

La Conferenza di conciliazione ha poi sposato la versione degli Stati anche per quel che concerne il versamento al fondo per la politica regionale. I «senatori», dopo aver inizialmente domandato il versamento di 25 milioni, in segno di compromesso ne avevano chiesti solo 12,5. Il Nazionale ha invece sempre voluto sopprimere il versamento per il 2024.

Regolata anche la divergenza sull'esercito

L'ultima divergenza riguardante il preventivo concerne il versamento nel Fondo per l'infrastruttura ferroviaria (FIF).

Si tratta però di una differenza che può essere definita «tecnica»: per rispettare i vincoli del freno all'indebitamento i due rami del Parlamento si sono detti d'accordo nel voler tagliare i fondi destinati al FIF, restava solo da determinarne l'ammontare.

Considerati i 10 milioni all'UNRWA e i 15 al fondo per la politica regionale, il FIF riceverà quindi 5,91 miliardi. Il Governo nel suo Messaggio ne chiedeva 5,95.

Un'altra divergenza esiste nel piano finanziario 2025-2027, documento esaminato congiuntamente al preventivo, e concerne i fondi destinati all'esercito.

Gli Stati vorrebbero aumentare le spese destinate alle forze armate a una quota dell'1% del PIL entro il 2030. Consiglio federale e Nazionale vogliono invece spalmare l'incremento su più anni, fino al 2035.

Con 17 voti contro 9, la Conferenza di conciliazione ha seguito la versione fin qui difesa dalla Camera del popolo. Decisione, come detto, fatta sua ora anche dal plenum.