Le reazioni Media, misure necessarie, ma non tutti applaudono

ats

18.12.2021 - 09:31

Il ministro della sanità Alain Berset durante la conferenza stampa di ieri: i media sono generalmente comprensivi con le decisioni prese dal governo, ma non tutti sono convinti.
Il ministro della sanità Alain Berset durante la conferenza stampa di ieri: i media sono generalmente comprensivi con le decisioni prese dal governo, ma non tutti sono convinti.
Keystone

La maggior parte dei media svizzeri approva le misure annunciate ieri dal Consiglio federale per contrastare la quinta ondata di Covid-19. Non manca però chi fa notare come alcune restrizioni non siano facili da digerire e che quello alle porte sarà un Natale triste.

18.12.2021 - 09:31

Si tratta dell'ultima spiaggia prima del lockdown, avverte il «Blick». «Con i letti nei reparti di cure intense che scarseggiano, i vaccinati devono avere la priorità. I non vaccinati devono assumersi questo rischio o cambiare idea», propone il giornale.

La «Schweiz am Wochenende» fa notare come la regola del 2G, ovvero l'accesso a determinati luoghi consentito solo a vaccinati e guariti, sia giustificata nonostante di fatto escluda chi non ha ricevuto l'immunizzazione dalla vita sociale. «Ci troviamo nella più grande crisi sanitaria da cento anni», evidenzia infatti il settimanale.

Il «Tages-Anzeiger» da parte sua attribuisce al governo il merito di aver sempre mantenuto una via di mezzo senza piegarsi agli estremi da una parte o dall'altra, «anche se non ha mai ricevuto lodi per questo». «Il Consiglio federale siamo noi. Agiamo di conseguenza», è l'invito della testata zurighese.

Decisamente più critica la «Neue Zürcher Zeitung», secondo cui l'esecutivo «ha perso il filo». Le misure prese significano «un nuovo ostacolo per la ristorazione» e «in pratica una vaccinazione obbligatoria per i giovani». Invece del 2G, commenta con un pizzico d'ironia il quotidiano, si sarebbe dovuto puntare da tempo sul 3B, ovvero «booster, booster, booster», velocizzando quindi la somministrazione della dose di richiamo agli interessati.

Scettica pure la radiotelevisione SRF, convinta che tali provvedimenti non siano sufficienti. L'emittente sottolinea inoltre la sfida che aspetta i Cantoni: aumentare rapidamente le capacità di vaccinazione per frenare la propagazione della variante Omicron e decidere in fretta sul rinvio degli interventi chirurgici non urgenti.

Romandia

In Romandia, la Tribune de Genève mette l'accento sulle imminenti festività, che in particolare per i non vaccinati saranno difficili vista l'introduzione allargata del 2G. «Addio alle uscite, ai ristoranti, al Natale con più di dieci persone». Se è vero che questa «terapia shock» era necessaria «per evitare una catastrofe sanitaria», analizza il giornale ginevrino, d'altro canto così facendo il governo «rischia di radicalizzare i no vax».

Ci si avvia verso il Natale sotto «tristi auspici», rincara la dose «La Liberté», anche perché il coronavirus è un argomento che «divide le famiglie». La popolazione deve aspettare tempi migliori, commenta laconicamente il quotidiano friburghese.

«Le Temps» si sofferma sul ritorno dell'obbligo del telelavoro. «Il Consiglio federale ha superato la linea rossa che gli ambienti economici avevano tirato qualche giorno fa». Stando al giornale romando, il governo deve ora mostrarsi all'altezza con il nuovo dispositivo di aiuti per i casi di rigore nel 2022.

ats