Covid Entrata in Svizzera solo con il certificato, due test per i non vaccinati

sam /ATS

17.9.2021

Nuove restrizioni in vista per chi non è vaccinato o guarito dal covid-19: da lunedì tutte le persone che entrano in Svizzera dall'estero devono disporre di un certificato sanitario valido.

sam /ATS

17.9.2021

Eccezioni sono previste per le regioni di confine. Lo ha deciso oggi il Consiglio federale per prevenire un aumento dei contagi al rientro dalle vacanze autunnali.

La decisione, ha spiegato il consigliere federale Alain Berset in conferenza stampa, è stata presa alla luce dell'esperienza maturata quest'estate. Le persone rientrate dalle vacanze hanno contribuito al peggioramento della situazione in Svizzera, ha precisato il ministro della sanità.

L'obiettivo è identificare e isolare rapidamente le persone che sono state infettate all'estero, ha proseguito Berset. In questo modo si potrà evitare un nuovo aumento delle infezioni – che seppur in leggera contrazione rimangono ad un livello elevato – e il conseguente sovraccarico degli ospedali.

Per entrare in Svizzera anche un modulo

L'obbligo di disporre di un tampone negativo per entrare nella Confederazione varrà per tutti coloro che non sono vaccinati o guariti, e ciò indipendentemente da dove provengano e con quale mezzo di trasporto hanno viaggiato. Chi in dogana non potrà presentare un test negativo dovrà sottoporsi al test immediatamente dopo l'entrata in Svizzera.

Dopo un periodo compreso tra quattro e sette giorni, i non vaccinati o guariti dovranno, a loro spese, farsi testare nuovamente. Il risultato andrà inoltrato al servizio cantonale competente.

Tutte le persone che valicano la frontiera in entrata – questa volta compresi i vaccinati e i guariti – sono poi chiamati a riempire il Modulo di entrata SwissPLF  per consentire ai cantoni di effettuare controlli a campione onde verificare che le nuove disposizioni vengano rispettate. I minori di 16 anni sono esentati dal test, ma non dal formulario.

Eccezioni per le regioni di frontiera

Non devono invece presentare test e modulo SwissPLF i frontalieri, chi transita senza fermarsi attraverso la Confederazione, chi trasporta merci o persone a titolo professionale, nonché le persone che entrano «da regioni confinanti con la Svizzera con le quali esiste uno stretto scambio economico, sociale e culturale».

Per gli svizzeri, per quest'ultima eccezione non è determinante il cantone di domicilio ma la destinazione del viaggio. Chi si reca nelle regioni di frontiera – intese come territori amministrativi, a tale proposito sarà pubblicato un elenco – al rientro non dovrà farsi testare né riempire il formulario.

Dovrà invece farlo chi, ad esempio, va in vacanza in sud Italia, ha precisato Christian Bock, direttore dell'Amministrazione federale delle dogane (AFD).

Chi sgarra sarà multato

Chi non rispetta le nuove disposizioni potrà essere multato: 200 franchi in caso di assenza di certificato sanitario, 100 franchi per un modulo non compilato.

I controlli saranno effettuati «in funzione dei rischi»; non ci saranno verifiche sistematiche in dogana. Ogni giorno oltre due milioni di persone e più di un milione di veicoli attraversano le frontiere, ha detto Bock.

Agli svizzeri e agli stranieri con permesso di domicilio in Svizzera sarà consentita l'entrata nel Paese anche se risultati positivi al test del coronavirus. In questo caso l'interessato dovrà mettersi direttamente in isolamento e annunciarsi al servizio medico cantonale entro due giorni.

Più in generale, le disposizioni d'entrata vigenti restano immutate. La Segreteria di Stato della migrazione continua a tenere un elenco dei Paesi a rischio che stabilisce chi può entrare in Svizzera.

Turismo: riconosciuti altri vaccini

Il Consiglio federale, rispondendo alle preoccupazioni del settore del turismo, ha anche deciso che dal 20 settembre potranno ottenere un certificato covid svizzero tutte le persone che hanno ricevuto, all'estero, un vaccino approvato dell'Agenzia europea del farmaco (Ema). Ciò concerne, oltre a quelli già omologati in Svizzera – Moderna, Pfizer/BioNtech e Johnson & Johnson – anche il preparato di AstraZeneca.

Lo scopo è permettere a queste persone di partecipare alla vita sociale e culturale o di andare al ristorante, ha precisato Berset. In una fase transitoria che durerà fino al 10 ottobre 2021, per lasciare tempo ai cantoni di organizzarsi, ai turisti stranieri saranno riconosciuti tutti i certificati di vaccinazione esteri.

Test a pagamento, possibili cambiamenti

Alain Berset ha poi comunicato che oggi il Consiglio federale ha avuto una discussione sulla decisione, presa il 25 agosto, di rendere i test a pagamento a partire dal 1° ottobre. «Visto che la vaccinazione è gratuita, il Consiglio federale aveva ritenuto che non spetti alla collettività assumere i costi dei test per le persone non immunizzate», ha ricordato il ministro della sanità.

La Confederazione continuerà comunque ad assumere le spese per i test nelle scuole e nelle aziende, quelli dei visitatori di ospedali e case di riposo, dei ragazzi sotto i 16 anni e delle persone che per ragioni mediche non possono vaccinarsi. Anche per chi presenta sintomi il test sarà gratuito, ma non darà diritto a un certificato.

In ogni caso, ha proseguito Berset, «siamo coscienti che possono esserci problemi, in particolare per le persone in attesa della seconda dose di vaccino». Novità potrebbero quindi esserci per loro: «il dossier è nuovamente aperto», ha detto il consigliere federale. Oggi non è però stata presa alcuna decisione in merito; il governo si esprimerà in occasione di una prossima seduta.

La situazione in Svizzera

In Svizzera, nelle ultime 24 ore, si sono registrati 2095 nuovi casi di Covid-19 (in calo rispetto ai 2262 di ieri e ai 2894 di venerdì scorso), nonché otto nuovi decessi e 51 persone sono state ricoverate in ospedale.

Per quanto riguarda invece Ticino e Grigioni, mentre nel secondo c'è un evidente calo dei casi di Covid-19 nelle ultime 24 ore, tornano invece a salire in Ticino. Caso contrario per quanto riguarda i pazienti in ospedale: in aumento nei Grigioni, in calo in Ticino.