Per Virginie Masserey «il numero di nuovi casi rimane elevato, ma constatiamo una tendenza alla stabilizzazione, se non al ribasso». La Seco intanto lancia l’indice dell'attività economica settimanale.
Vista l’evoluzione della pandemia, illustrata venerdì a Berna davanti alla stampa, Virginie Masserey, responsabile della sezione Controllo delle infezioni dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), ha aggiunto: «per questo siamo prudentemente ottimisti per i giorni a venire».
Nonostante la tendenza alla stabilizzazione, i numeri delle nuove infezioni rimangono sempre elevati, ha messo in guardia la specialista, con tassi di decessi paragonabili a quelli di Francia e Italia, ma superiori a quelli di Austria e Germania. Insomma, non è il momento di cantar vittoria.
Se la tendenza attuale in merito ai nuovi casi registrati dovesse continuare, anche il numero di morti dovrebbe scendere, ha spiegato Masserey.
Una certa stabilizzazione, nonostante la pressione sugli ospedali, si nota anche nelle ospedalizzazioni. A proposito degli ospedali, quest'ultimi hanno esteso le riserve (+220) circa i letti destinati alle cure intense.
Nonostante le cifre al ribasso, Masserey ha esortato a mantenere alta la guardia, in particolare evitando al massimo i contatti e rispettando scrupolosamente le prescrizioni igieniche.
In particolare, domenica verrà lanciata una nuova campagna di sensibilizzazione del'UFSP che dovrebbe spingere un maggior numero di persone a farsi testare in caso di sintomi della malattia, come tosse, mal di gola, febbre, perdita del gusto e dell'odorato, dolori muscolari e al petto, ma anche vomito.
Insomma, visto che si è registrata una diminuzione delle persone che si fanno esaminare, per evitare che i contagi riprendano vigore, Masserey consiglia di farsi esaminare in caso di dubbio e, se positivi, di chiudersi in casa. Anche se il test è negativo, è meglio rimanere prudenti ha sottolineato. A proposito dei test, secondo la specialista ce ne sono a sufficienza.
In tempi di coronavirus servono indicatori congiunturali più rapidi: ne è convinta la Segreteria di Stato dell'economia (Seco), che annuncia oggi la pubblicazione di un nuovo strumento, l'indice dell'attività economica settimanale (AES) in Svizzera. La prima indicazione che fornisce: nonostante l'aumento significativo dei casi di Covid-19 in novembre non vi è stato un crollo dell'attività economica.
Diversi dati giornalieri o settimanali, ad esempio riguardanti la mobilità o i pagamenti con carte, forniscono prime indicazioni sulla situazione economica, spiegano i funzionari bernesi in una pubblicazione odierna. Tuttavia se analizzate singolarmente queste informazioni non consentono di prevedere l'evoluzione della congiuntura nel suo complesso.
L'AES concentra le informazioni di diversi dati ad alta frequenza in un unico indice. Può essere calcolato dal 2005 in poi ed è altamente correlato con la crescita del prodotto interno lordo (Pil) reale. Il nuovo strumento si ispira ad altri indici simili utilizzati negli Stati Uniti, in Germania e in Austria ed è stato sviluppato in collaborazione con le istituzioni dei rispettivi paesi.
Deve essere inteso come indicatore congiunturale immediato e sperimentale, non come una sorta di Pil settimanale, mette in guardia la Seco. A livello di definizione e di metodologia si distingue infatti nettamente dal calcolo del PIil e non copre con precisione tutti i settori economici.
Il vantaggio dell'indice consiste nella sua disponibilità immediata: nelle settimane successive all'annuncio del confinamento in seguito alla pandemia di coronavirus (metà marzo) l’AES è stato nettamente inferiore ai valori del biennio 2008/2009, evidenziando così rapidamente una contrazione economia netta e improvvisa. Il punto più basso è stato raggiunto nella settimana 15 (dal 6 al 12 aprile). Dopo l'allentamento delle misure sanitarie, l'indice ha gradualmente ripreso a crescere.
L'AES è scalato in modo tale che la media su 13 settimane (periodo che corrisponde più o meno a un trimestre) permette di confrontare la crescita del Pil reale - al netto degli effetti stagionali, di calendario e sportivi - con lo stesso periodo dell'anno precedente. Ad esempio, nella media del secondo trimestre, l'indice ha evidenziato una contrazione del 6,2% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Nella terza parte dell'anno la contrazione è stata del 2,8%. L'attività economica rimane quindi nettamente al di sotto del livello pre-crisi.
L'AES viene calcolato con nove indicatori quotidiani e settimanali altamente correlati con il Pil o i suoi componenti. I dati sono disponibili per almeno tre anni in modo da garantire una destagionalizzazione adeguata. Durante la selezione sono stati testati anche altri indicatori ad alta frequenza, che però non hanno migliorato la correlazione tra AES e PIL, fa sapere la Seco.
I nove indicatori sono: consumo di elettricità, esportazioni di merci, inquinamento atmosferico, transazioni con carte, disoccupati registrati, importazioni di merci, tonnellate-chilometro nette delle FFS, prelievi in contanti, depositi a vista. Nella prima fase per calcolare l'AES i dati quotidiani vengono convertiti in dati settimanali, in una seconda fase sono poi destagionalizzati.
Se per conoscere la variazione del Pil nel terzo trimestre bisognerà attendere il primo dicembre, l'indice AES fornisce con grande anticipo un'indicazione sul suo andamento. Secondo l'indicatore la ripresa economica ha subito una battuta d'arresto e da agosto in poi ha seguito un iter piuttosto stagnante; tuttavia, a inizio novembre l'indice non ha evidenziato un crollo delle attività economiche nella repubblica dei 26 cantoni.