Le reazioni Materiale bellico: per i contrari «testo difficile da attuare», per i favorevoli «lobby troppo potenti»

ATS / sam

29.11.2020

Immagine d'illustrazione
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Keystone

L'iniziativa «Per il divieto di finanziare i produttori di materiale bellico» è stata respinta dalla maggioranza dei Cantoni svizzeri, tra cui Ticino e Grigioni.

In merito a questo risultato, che è stato chiaro fin da prima della chiusura delle urne, sono già arrivate alcune reazione.

Soddisfatto il Comitato borghese contro l'iniziativa

Il comitato borghese (PLR, UDC, PPD, PBD) contrario all'iniziativa in questione si dice molto soddisfatto. Il testo sarebbe stato difficile da attuare.

Secondo la consigliera nazionale Maja Riniker (PLR/AG) proponeva soluzioni estreme. In questi tempi di Covid-19 «avrebbe rappresentato un onere supplementare per l'economia».

Il comitato d'iniziativa molto deluso

Il comitato di iniziativa si è invece detto molto deluso da quella che è stata fin da subito una chiara tendenza al «no», ritenendo di essere stati molto più forti dei loro avversari nei contenuti.

Il «no» alla proposta di modifica costituzionale «non ci sorprende tanto, ma è molto deludente», ha detto a Keystone-ATS Julia Küng, copresidente dei Giovani verdi.

«In realtà avevamo la sensazione di essere più forti dei sostenitori del no in termini di contenuti nella preparazione». È tanto più frustrante, per il fatto che maggioranza dell'elettorato non se ne sia accorta, ha detto.

GSsE: «Una parte della popolazione ci ha ascoltato»

«Il risultato non è così male», ha detto dal canto suo Thomas Bruchez, segretario del Gruppo per una Svizzera senza esercito (GSsE). «C'è comunque un'approvazione di circa il 40%, quindi una parte della popolazione ci ha ascoltati».

Bruchez tiene a sottolineare che il comitato d'iniziativa si è trovato di fronte a lobby economiche «estremamente potenti» e al Consiglio federale.

Rileva anche un contesto complicato legato alla pandemia di coronavirus. «È stato difficile fare una buona campagna, andare sul campo», sottolinea Bruchez. E punta il dito contro «una campagna della paura degli oppositori che hanno cercato di far credere che l'iniziativa colpisse soprattutto le PMI, il che è una menzogna», puntualizza.

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