Digitale & Lifestyle Adolescenti single: più socievoli, meno depressi

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16.9.2019 - 16:09

Two secondary school teenage boys writing at desk in classroom,

When: 12 Jul 2016
Credit: John Birdsall Social Issues/Cover Images

When: 12 Jul 2016
Credit: John Birdsall Social Issues/Cove

**Only for use by WENN CPS**
Two secondary school teenage boys writing at desk in classroom, When: 12 Jul 2016 Credit: John Birdsall Social Issues/Cover Images When: 12 Jul 2016 Credit: John Birdsall Social Issues/Cove **Only for use by WENN CPS**
Source: John Birdsall Social Issues/Cove

I teenager che non si impegnano sentimentalmente sono meglio integrati nei gruppi sociali.

Gli studenti adolescenti che non hanno la ragazza o il ragazzo hanno meno probabilità di sviluppare un problema depressivo. Lo riportano i ricercatori della University of Georgia, secondo cui i benefici del restare single durante questa delicata e spesso difficoltosa età sono maggiori rispetto a quelli offerti da un legame di tipo sentimentale.

«Lo studio rifiuta la nozione secondo cui le persone che non hanno un partner sono asociali, ed incoraggia la visione negli ambienti scolastici e altrove dello stato single come normale, appartenente ad un sano sviluppo», ha dichiarato Brooke Douglas, leader dello studio. «Come professionisti in ambito della sanità, possiamo fare molto di più per offrire agli adolescenti quella libertà individuale che consenta loro di scegliere di stare con qualcuno o meno, e che entrambe le opzioni sono accettabili e salutari».

Lo studio ha coinvolto un gruppo di adolescenti della regione Northeast Georgia, dal sesto al 12esimo grado (età: 11-12 a 18-19 anni), monitorati ogni primavera dal punto di vista emotivo e comportamentale. Secondo i risultati, i giovani che non avevano rapporti sentimentali durante questa fase di vita, possedevano delle abilità sociali più sviluppate e meno probabilità di soffrire di sintomi depressivi. Anche il livello di emozioni negative come la tristezza e la disperazione era più basso in questo gruppo di ragazzi.

La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica The Journal of School Health.

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