Digitale & Lifestyle Allergie nei bambini: troppo «cibo spazzatura»

Un’alimentazione ricca di zuccheri e grassi potrebbe essere la ragione di un aumento del rischio di allergie.

Le allergie nei bambini possono essere alimentate dal consumo eccessivo di cibi malsani, come quelli preconfezionati o del fast-food. Lo riportano gli scienziati dell’Università di Napoli, secondo cui gli alimenti ad alto contenuto di zuccheri e grassi, soprattutto grassi saturi, consumati da bambini in una fascia di età vulnerabile, contengono un livello molto più elevato di molecole nocive.

Queste molecole vengono chiamate AGE («advanced glycation end-product», in italiano: prodotto finale della glicazione avanzata) e sono il risultato di una catena di reazioni chimiche successive alla reazione di glicazione iniziale. Le molecole AGE si immettono nell’organismo attraverso il cibo, in particolare quello preconfezionato o trattato, come gli hamburger e il bacon, ma anche le pizze e le torte extra farcite. Vengono impiegate per insaporire, per questo si aggiungono spesso alle superfici di cibi fritti o grigliati, o sulla crosta del pane.

I ricercatori hanno analizzato un gruppo di 61 bambini di un’età compresa tra 6 e i 12 anni, di cui 23 soffrivano di allergie di tipo alimentare o respiratorie. Secondo i risultati, i bimbi presentavano un maggiore livello di AGE, così come gli individui che consumavano una grande quantità di cibo spazzatura.

«Il junk food potrebbe essere la causa dell’epidemia delle allergie alimentari», dicono gli scienziati, che hanno presentato la ricerca alla conferenza della European Society for Paediatric Gastroenterology.

«Se questo legame viene confermato, il Governo avrà una ragione in più per intervenire in ambito sanitario e limitare il consumo di questo tipo di cibo destinato ai bambini», ha dichiarato dottor Roberto Berni Canani, principale autore dello studio.

Isabel Proano, della European Federation of Allergy and Airways Diseases Patients' Associations (EFA), ha aggiunto: «Gli specialisti della salute e i pazienti non sono in possesso di informazioni importanti per far fronte a una malattia che influenza drammaticamente la qualità della loro vita, e l’industria del cibo trattato e la mancanza di etichette non aiutano di certo».