Digitale & Lifestyle Apnea notturna: aumenta il rischio di tumori

CoverMedia

30.5.2019 - 16:09

Attractive young woman sleeping in her bed

When: 13 Mar 2013
Attractive young woman sleeping in her bed When: 13 Mar 2013
Source: Covermedia

Un team di scienziati in Grecia ha scoperto che la sindrome può causare il cancro nelle donne.

Le donne che soffrono della cosiddetta sindrome delle apnee ostruttive nel sonno, nota anche come OSAS, hanno più probabilità di sviluppare un carcinoma. Lo riportano i ricercatori della Aristotle University of Thessaloniki, in Grecia, secondo cui il rischio corso dall’universo femminile non è altrettanto evidente per la controparte maschile.

I sintomi della condizione – che si manifesta con un’ostruzione nelle vie respiratorie interrompendo la regolare respirazione durante il corso della notte – includono insonnia, depressione, stanchezza e spossatezza durante il giorno e mal di testa mattutini. L’apnea notturna affligge circa 4 persone su 10 solo nel Regno Unito e più di 22 milioni negli USA. In Italia, ne soffrono circa 6 milioni.

Lo studio ha coinvolto 5.789 donne e 13.767 uomini, in osservazione durante il sonno per verificare la presenza della condizione e monitorare del livello di ossigeno nel sangue nel caso di un calo sotto il 90%. A 160 donne, tra i partecipanti, è stato diagnosticato un tumore.

Secondo il team, raggiungere un livello di ossigeno tanto basso nel sangue, causato per l’appunto da una respirazione limitata, può giocare un ruolo importante nello sviluppo del cancro, e può causare anche altri problemi, tra cui pressione alta, ictus, infarti, o diabete di tipo 2.

A provocare le apnee notturne possono essere diversi fattori tra cui i principali: fumo, sovrappeso, consumo eccessivo di alcol.

«Quest’area di ricerca è perlopiù nuova», ha dichiarato Athanasia Pataka, co-autrice dello studio. «Gli effetti del genere, nel legame tra la sindrome OSAS e il cancro, non erano mai stati esplorati nel dettaglio prima d’ora. Il nostro studio ha coinvolto più di 19mila individui e dimostra un’associazione tra la gravità della condizione e la diagnosi di un tumore».

La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica European Respiratory Journal.

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