Digitale & Lifestyle Cena in ristorante: più calorie dei fast food

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21.12.2018 - 16:11

Source: Covermedia

Facciamo attenzione alle pietanze che ordiniamo al tavolo del nostro locale preferito: il rischio è il cosiddetto «cibo spazzatura».

Tutti sappiamo che il fast food non è esattamente il luogo in cui andare a mangiare sano. Eppure esistono anche tanti ristoranti, apparentemente salutari, il cui menu offre una vasta gamma di piatti sorprendentemente ipercalorici. Secondo un nuovo studio, infatti, questi ultimi cucinano le loro pietanze impiegando ancora più grassi e calorie delle catene di fast food più note, come il McDonald’s o il KFC.

Lo riportano i ricercatori dell’Università di Liverpool, nel Regno Unito, che hanno analizzato 13.396 piatti principali calcolando il loro valore energetico, comparandole poi alle portate principali delle maggiori catene di cibo «junk» della nazione.

Nelle loro linee guida, i nutrizionisti britannici raccomandano un limite di 600 calorie per ogni singolo piatto, ma solo il 9% dei ristoranti è in regola sotto questo aspetto. Il 47% rientra nella categoria dei pasti con un «eccessivo contenuto energetico», con oltre mille calorie per porzione.

Per la precisione, i piatti principali dei ristoranti pseudo-salutari offrivano una media di 1.033 calorie, mentre i fast food una media di 751. Ancora, nel menù dei primi vi erano anche 5 volte le probabilità di trovare dei pasti che superavano le mille calorie, rispetto al menù di catene come il McDonald’s o il Burger King.

«Non abbiamo informazioni esatte sull’apporto energetico totale consumato, ma “ripulire il piatto” è un comportamento molto comune», ha dichiarato dottor Eric Robinson, leader del team di ricerca presso il dipartimento di scienze psicologiche dell’università di Liverpool. «La nostra analisi non ha incluso bevande, antipasti, dessert o contorni».

Simili risultati sono stati riscontrati a parità di portate: per esempio, un hamburger del fast food conteneva circa 414 calorie in meno di un hamburger del ristorante.

«È chiarissimo quello che l’industria alimentare debba fare: agire in modo più responsabile e ridurre il numero di calorie che serve alla clientela», ha aggiunto dottor Robinson.

La ricerca è stata pubblicata per intero nella rivista scientifica BMJ.

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