Digitale & Lifestyle Diabete: il rischio in un comune pigmento bianco

CoverMedia

29.6.2018 - 16:10

Source: Covermedia

Una sostanza presente in tantissimi articoli – dalle vernici alle caramelle – può essere una delle cause della malattia.

Gli scienziati della University of Texas at Austin hanno scoperto un’associazione tra lo sviluppo del diabete e l’esposizione al biossido di titanio (Ti02), particelle cristalline che si trovano in alcuni dei più comuni prodotti di uso quotidiano, come i cosmetici o il dentifricio.

Il team, capitanato dal professor Adam Heller, ha osservato ed analizzato la presenza di queste particelle nei tessuti del pancreas di un gruppo di persone con e senza il diabete di tipo 2.

«I nostri risultati ci hanno portato a credere nella possibilità che il diabete di tipo 2 possa essere una malattia infiammatoria del pancreas associata alla presenza di questi cristalli, simile alle malattie infiammatorie causate da cristalli nei polmoni, come la silicosi e la asbestosi», spiega il dottor Heller, del Dipartimento di ingegneria chimica McJetta presso la Cockrell School of Engineering.

I ricercatori hanno trovato più di 200 milioni di cristalliti (minuscoli cristalli) per ogni grammo di particelle di Ti02 nei soggetti con il diabete, e nessun cristallite nel tessuto delle persone non affette dalla malattia.

Come spiega il team, il nostro organismo è naturalmente costituito da composti chimici ricchi di sale e metalli tra cui elementi come il sodio, il potassio, il calcio, il ferro, il magnesio e il cobalto – ma non il titanio.

Nel corso del 20esimo secolo, i pigmenti di biossido di titanio hanno rimpiazzato altri pigmenti a base di piombo, considerati altamente tossici per la nostra salute. Questo «nuovo» pigmento viene attualmente impiegato nelle vernici, nei farmaci, nei dentifrici, nei cosmetici, nella plastica, nella carta e anche nell’industria alimentare. Ma non senza conseguenze, come sostiene il team.

«L’aumento dell’uso di biossido di titanio nel corso degli ultimi 50 anni potrebbe essere uno dei fattori che hanno contribuito all’incremento del diabete di tipo 2», continua l’esperto.

La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica Chemical Research in Toxicology.

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