Digitale & LifestyleDonne con gli occhi castani: più tristi d’inverno
CoverMedia
14.5.2018 - 16:10
Secondo un nuovo studio, il colore degli occhi può contribuire a causare il cosiddetto disordine affettivo stagionale (SAD).
L’inverno ci butta giù? È un problema che accomuna tantissime persone, ma pare che a soffrirne maggiormente siano le donne dagli occhi marroni. Così riporta una ricerca effettuata presso la University of South Wales, in Galles, secondo cui gli occhi scuri sono associati ad un’alterazione nella produzione di serotonina – l’ormone del buonumore – in quanto bloccherebbero una maggiore quantità di luce durante i giorni più corti dell’anno, già di per sé poveri di sole.
Il SAD è un tipo di depressione che si manifesta perlopiù durante i mesi invernali e può potenzialmente ostacolare il regolare corso delle attività quotidiane di chi ne soffre.
«Se siete donne ed avete gli occhi castani, secondo il nostro studio avete il doppio delle probabilità di soffrire di SAD di un uomo con gli occhi azzurri», ha spiegato il professor Lance Workman al Mail Online.
«Noi pensiamo che gli occhi chiari si siano sviluppati per una mutazione genetica, nelle aree europee, risalente a circa 10mila anni fa, per proteggere le persone dagli effetti depressivi del vivere così lontano dall’equatore durante i mesi invernali».
Lo studio ha coinvolto 175 individui provenienti dall’isola di Cipro e dal Regno Unito, e in più, 2.000 persone di nazionalità britannica. Secondo i risultati, le donne avevano il 40% di probabilità in più di sviluppare la condizione rispetto agli uomini.
Anche sulle differenze in termini di genere gli scienziati tirano in ballo la genetica: secondo le leggi dell’evoluzione, infatti, le donne dovevano conservare più energia durante l’inverno per prendersi cura dei loro bambini. Il disturbo potrebbe dunque essere provocato, nel corso dei millenni, da un malfunzionamento del meccanismo di tale preservazione.
Nel frattempo, le cause del SAD non sono esattamente note, ma la National Health Service (NHS) inglese associa questa condizione di profonda tristezza all’assenza di luce solare. A sua volta, questo deficit influenzerebbe l’ipotalamo, la regione del cervello che, tra le altre cose, controlla la produzione di serotonina e melatonina (l’ormone del sonno) alterando anche il ritmo circadiano – il cosiddetto orologio biologico – del nostro organismo.
La condizione può essere trattata attraverso dei cambiamenti nello stile di vita del paziente, oppure con la terapia della luce, la psicoterapia e i medicinali antidepressivi.
La ricerca è stata presentata alla conferenza della British Psychological Society.
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