Digitale & Lifestyle Donne incinte: il cannabidiolo è da evitare

CoverMedia

27.2.2020 - 16:08

Smiling pregnant woman standing in kitchen at home

When: 22 Feb 2018
Credit: Buero Monaco/Westend61/Cover Images
Smiling pregnant woman standing in kitchen at home When: 22 Feb 2018 Credit: Buero Monaco/Westend61/Cover Images
Source: Buero Monaco/Westend61/Cover Ima

Gli esperti della Food Standards Agency sconsigliano l’uso dell’olio CBD durante la gravidanza.

I prodotti che contengono l’estratto dalla cannabis noto con la sigla CBD – il cannabidiolo – non sono adatti all’uso durante i nove mesi di gravidanza. Lo riportano gli esperti della Food Standards Agency (FSA) del Regno Unito, che avvertono tutte le donne incinte o in fase di allattamento dei potenziali rischi per la salute del loro bimbo.

Il cannabidiolo è una sostanza chimica che si trova naturalmente nelle piante della cannabis, ed è attualmente impiegato in modo legale in prodotti come oli, dolciumi e bevande. Tuttavia il problema, secondo la FSA, è dato dal fatto che gran parte dei distributori non forniscono informazioni sufficienti sulle etichette dei loro prodotti, e per questo la Agency britannica ritirerà tutta la merce che non aderisce a tali normative entro marzo dell’anno prossimo.

I consumatori, inoltre, non dovrebbero superare una dose pari a 70mg al giorno.

Il cannabidiolo è impiegato per trattare ed alleviare una varietà di sintomi, dall’ansia al dolore cronico, ed è in vendita legalmente negli scaffali dei negozi in Gran Bretagna dal 2016.

«Prendere questa iniziativa oggi rappresenta un passo proporzionato e pragmatico nella protezione della salute pubblica dei consumatori», ha dichiarato Emily Miles, a capo della FSA.

La ricerca è basata sui risultati della Committee on Toxicity del governo britannico, commissione capitanata dal professor Alan Boobis.

«Siamo particolarmente preoccupati sugli effetti avversi del cannabidiolo per le donne durante le fasi della gravidanza e dell'allattamento, e per le persone che prendono altri medicinali», commenta Boobis. «Non sappiamo abbastanza per essere sicuri di questi rischi, ma sono contento dell’approccio sensibile e pragmatico preso dalla FSA».

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