(Cover) - IT Fitness & Wellbeing - Correre non è una passione che accomuna tutti gli sportivi, figuriamoci i più sedentari. Eppure una recente ricerca effettuata presso due università del Regno Unito, la University of Exeter e la University of Leicester, mette in luce l’importanza di questa attività. La dottoressa Victoria Stiles, a capo dello studio, incoraggia tutti gli adulti, e in particolare le donne, ad inserire nella nostra routine una breve corsetta quotidiana, della durata di… 60 secondi!
Gli scienziati hanno analizzato i dati forniti dalla UK Biobank, prendendo come campione 2.500 donne. Secondo i risultati della ricerca, le partecipanti che ogni giorno si cimentavano in un’attività minima di 60 secondi di corsa a passo sostenuto, godevano di una struttura ossea migliore rispetto alle donne che non svolgevano questa «corsetta lampo».
Per quelle che correvano due minuti al dì, la percentuale di miglioramento saliva ancora, dal 4% al 6%.
«Ancora non sappiamo se sia meglio accumulare questa piccola quantità di esercizi giorno dopo giorno oppure farli tutti insieme, né se fare esercizi più lunghi una o due volte alla settimana avrebbe lo stesso impatto benefico di uno o due minuti al giorno», ha spiegato la dottoressa.
«Ad ogni modo abbiamo riscontrato un netto legame tra questo tipo di attività ad alta intensità e una migliore condizione di salute delle ossa».
Fare esercizi, dunque, contribuisce a mantenere a bada tutta una serie di malattie e disturbi fisici causati dal deterioramento delle ossa, in primis l’osteoporosi, ma anche le probabilità di frattura e gravi infortuni nell’età avanzata.
«I medici dell’associazione britannica per l’osteoporosi National Osteoporosis Society consigliano a tutti gli adulti di mantenerci dinamici, e camminare il più possibile durante il corso della giornata», continua la dottoressa Stiles.
«In più, possiamo aggiungere alla camminata anche qualche passo di corsa, proprio come se dovessimo raggiungere l’autobus!».
La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica International Journal of Epidemiology.
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