Digitale & Lifestyle Ictus nei giovani: il rischio aumenta con le droghe

CoverMedia

11.4.2019 - 16:10

cocain usage

When: 05 Aug 2015
cocain usage When: 05 Aug 2015
Source: Covermedia

L’uso di sostanze stupefacenti può causare la morte delle cellule per la mancata circolazione del sangue al cervello.

Droghe psicostimolanti come la cocaina e le metanfetamine aumentano significativamente il rischio di ictus nelle persone che ne fanno uso, anche quelle più giovani.

Secondo un rapporto dell’ONU, oltre 73 milioni di individui hanno fatto uso di questo genere di droghe solo nell’arco del 2016. Ora un team di ricerca australiano ha analizzato i dati relativi a 279 individui tra teenager e adulti dai 15 ai 44 anni, deceduti a causa di un ictus tra il 2009 e il 2016. Secondo i risultati, circa un quinto dei casi di morte era dovuto all’abuso di questi stupefacenti.

«Si tratta del primo studio che dimostra il cruciale ruolo degli psicoattivi nei casi di ictus fatali tra i giovani adulti», ha dichiarato professor Shane Darke, della University of New South Wales. «Tutte queste morti sono prevenibili. Chi fa uso di droghe, tuttavia, sembra essere generalmente inconsapevole di questo rischio. Le persone che usano sostanze psicostimolanti e quelle che le trattano, devono essere a conoscenza di questo elevato rischio di ictus, che può avere conseguenze devastanti».

Nella maggior parte dei casi, l’ictus può manifestarsi subito dopo l’uso di droghe; la metanfetamina è la più pericolosa, la meno pericolosa è l’MDMA (l’ingrediente attivo dell’ecstasy), ma i rischi sono comunque alti.

«Noi pensiamo che questo accada possibilmente perché gli ictus associati alle metanfetamine sono più fatali», aggiunge il professore. «Perché è più probabile che avvenga nel mezzo del cervello e possa causare danni enormi».

I ricercatori mettono in luce anche una ridotta possibilità di sopravvivere ad un ictus per le persone che fanno uso di droghe. Circa il 30% degli ictus in queste persone è fatale, rispetto a circa il 3% degli individui che non fanno uso di sostanze psicoattive.

La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica Journal of Forensic Sciences.

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