I videogiochi sono diventati parte integrante della cultura moderna. Non solo i giovani spesso trascorrono più tempo con loro che con libri o film, ma la loro influenza non si limita nemmeno solo al loro mezzo originale. Il film di maggior successo nel 2023 finora è infatti «The Super Mario Bros. Movie», ossia un adattamento proprio di un videogioco.
Sebbene questo genere di giochi sia ancora percepito come qualcosa di nuovo, hanno una storia considerevole alle spalle. Ma questa rischia di essere dimenticata, come rivela uno studio della Video Game History Foundation e del Software Preservation Network.
I giochi retrò sono (in parte) un grande business
Lo studio ha esaminato 1500 videogiochi pubblicati prima del 2010. Solo il 13% di essi era ancora disponibile in commercio, mentre il resto lo si può trovare solo di seconda mano in collezioni private o scaricarlo illegalmente su varie piattaforme. L'87% dei videogiochi rischia quindi di andare perduto per le generazioni future.
Eppure c'è un grande interesse, anche commerciale, per i vecchi videogiochi. Per esempio, una copia di «Super Mario Bros» del 1985, ancora nella sua confezione originale, è stata venduta per due milioni di dollari. E ci sono regolarmente nuove edizioni di titoli popolari.
La grande massa dei videogiochi affonda
Ma questo non aiuta la grande massa dei videogiochi, per i quali una nuova edizione sarebbe antieconomica. Conservarli per i posteri è molto più difficile rispetto ai libri, ad esempio.
C'è, ovviamente, l'aspetto tecnico. Per giocare a un videogioco nella sua forma originale è necessaria la console corrispondente.
Gli emulatori in grado di ricreare una console o un vecchio PC sui dispositivi moderni sono numerosi, ma utilizzarli legalmente è solitamente impossibile. Molte piattaforme che si possono trovare con una semplice ricerca su Google offrono copie digitali di giochi retro per il download gratuito, ma in quasi tutti i casi si tratta di una violazione del copyright.
Le biblioteche dovrebbero occuparsi dei videogiochi
Tuttavia, anche in questo caso vale il detto «dove non c'è il querelante, non c'è il giudice», per cui la distribuzione di videogiochi non più dispensati dai loro stessi creatori è generalmente tollerata. Ciononostante, è ovviamente insoddisfacente che parti così ampie della storia dei videogiochi siano accessibili solo in modi illegali.
Lo studio suggerisce quindi che debbano essere maggiormente coinvolte le biblioteche. In molti Paesi, ad esempio, è obbligatorio per legge che gli editori di libri mettano a disposizione della rispettiva biblioteca nazionale una copia di ogni nuovo titolo pubblicato. In Svizzera, questo avviene attraverso un accordo volontario tra l'industria libraria e la biblioteca nazionale.
L'industria dei videogiochi resiste
Per archiviare i videogiochi in modo adeguato, tuttavia, è necessaria una maggiore collaborazione da parte dell'industria. Infatti, di solito c'è bisogno di copiare i videogiochi dal loro supporto di memorizzazione originale per farli funzionare sui computer moderni.
Tuttavia, l'industria dei videogiochi negli Stati Uniti sta esercitando pressioni, ad esempio, contro la possibilità di aggirare legalmente la protezione anticopia, di cui sono dotati praticamente tutti i videogiochi, a scopo di archiviazione.