Benessere Meditazione: un quarto di chi la pratica soffre

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20.5.2019 - 16:09

Woman sitting on jetty at a lake practicing yoga

When: 05 Jan 2018
Credit: Daniel Waschnig Photography/Westend61/Cover Images
Woman sitting on jetty at a lake practicing yoga When: 05 Jan 2018 Credit: Daniel Waschnig Photography/Westend61/Cover Images
Source: Daniel Waschnig Photography/West

Secondo una nuova ricerca, tante delle persone che si affidano a questa antichissima pratica hanno vissuto un’esperienza negativa.

Se cerchiamo un senso di calma dopo un evento che ci ha scosso a livello emotivo, la meditazione può essere un’eccellente via di fuga. Per un mood più calmo, rilassato – un modo zen, diciamo – ci può aiutare unirci alle migliaia di persone in tutto il mondo che praticano la meditazione.

Tuttavia, secondo i ricercatori della UCL di Londra (University College London), nel Regno Unito, circa il 25% dei partecipanti interpellati (1.232 adulti) ha avuto esperienze «particolarmente spiacevoli» causate proprio dalla meditazione.

Ansia, paura, emozioni distorte e cattivi pensieri sono stati gli esempi dei sintomi condivisi dal campione in questione.

«Questi risultati evidenziano l’importanza di dover ampliare la nostra generale comprensione della meditazione e non limitarci a vedere la pratica come una semplice tecnica attraverso la quale possiamo rilassarci», ha dichiarato Marco Schlosser, leader dello studio. «Non abbiamo tante informazioni sul perché, sul quando e sul come la meditazione possa presentare queste questioni difficoltose. Dobbiamo ora effettuare ulteriori ricerche per capire la natura di queste esperienze».

Quali sono gli elementi più importanti nello sviluppo della pratica meditativa, e quali gli effetti più negativi che dovrebbero essere evitati, sono tra le principali domande attualmente sotto analisi dela team del dottor Schlosser.

«A questo punto è importante non arrivare a conclusioni affrettate sugli effetti potenzialmente negativi della meditazione», conclude l’esperto.

La ricerca è stata pubblicata per intero nella rivista scientifica PLOS ONE.

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