Condizioni di lavoro Vivere sotto la soglia di povertà: l’altra faccia della moda

CoverMedia

5.3.2019 - 16:11

Source: Covermedia

Secondo la Oxfam Australia, il 90% delle donne che lavorano nell’industria del fashion viene sfruttato e sottopagato dai grandi brand.

Giganti delle grandi catene di abbigliamento come Big W, Kmart, Target e Cotton On non offrono alle proprie dipendenti le giuste condizioni di lavoro, né delle paghe adeguate. Secondo un nuovo rapporto pubblicato dall’associazione Oxfam in Australia, infatti, il 90% delle donne guadagnano 0.50 cents di dollaro all’ora, cioè circa 45 centesimi di euro.

«Le donne in questo settore non riescono a curarsi quando si ammalano», ha dichiarato Helen Szoke, a capo dell’organizzazione umanitaria. «I lavoratori non possono permettersi di mandare i loro figlia a scuola. Le famiglie non riescono a racimolare tanto denaro da mettere in tavola abbastanza cibo per tutti. Queste sono solo alcune delle realtà che i grandi marchi impongono sui loro lavoratori, negando loro uno stipendio dignitoso».

L’analisi ha preso in esame i casi di 470 donne in Bangladesh e in Vietnam, tutte lavoratrici per l’industria della moda australiana. Il 100% delle intervistate in Bangladesh e il 74% in Vietnam vive al di sotto della soglia di povertà.

«Uno dei proprietari di fabbrica ha persino parlato delle ampie misure di sicurezza con cui l’azienda mantiene i suoi capi di abbigliamento al sicuro da eventuali incendi, ma vi è una totale mancanza di interesse, da parte della stessa azienda, di applicare misure di sicurezza antincendio per le persone che lavorano cucendo i loro vestiti», ha continuato la Szoke.

Cotton On, Kmart, Target e City Chic hanno di recente annunciato l’arrivo di nuovi programmi per migliorare le condizioni di lavoro e gli stipendi degli operai nelle loro fabbriche.

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