Diversi Dieci anni fa, il furto del secolo a Zurigo

gusi

14.2.2018

Questo colpo magistrale è entrato nella storia: il 10 febbraio 2008, tre uomini armati e incappucciati si introducono nel museo che ospita la collezione Bührle a Zurigo, rubando quattro dipinti ad olio, per un valore di 180 milioni di franchi. Dopo quattro anni di inchiesta, la polizia ha infine scovato i ladri.

Quattro opere d'arte, quattro artisti, quattro tesori culturali. Esattamente dieci anni fa, la famosa villa del quartiere di Seefeld a Zurigo fu il teatro del più grosso furto di opere d'arte mai registrato in Europa. All'epoca, i fatti avevano sconvolto la scena artistica, poiché si temeva che quei dipinti unici sarebbero andati perduti per sempre. Pascal Couchepin, presidente della Confederazione dell'epoca, espresse anche il suo dispiacere e il suo turbamento di fronte all'odioso furto.

Subito dopo la clamorosa rapina, la polizia municipale di Zurigo comunicava i primi elementi dell'inchiesta: verso le 16h30 di quella domenica pomeriggio, tre uomini avevano minacciato con una pistola l'impiegato che sorvegliava l'ingresso. L'avevano obbligato a sdraiarsi a terra. Mentre uno dei malfattori controllava l'impiegato, gli altri due erano entrati nel museo.

Il furto è durato solo alcuni minuti

«Il ragazzo con il gilet rosso» di Paul Cézanne era stato derubato durante la rapina.
«Il ragazzo con il gilet rosso» di Paul Cézanne era stato derubato durante la rapina.
Keystone

Erano state rubate le seguenti opere: «Il ragazzo con il gilet rosso» di Paul Cézanne, i « Rami di castagno in fiore» di Vincent van Gogh, il «Campo di papaveri vicino Vetheuil» di Claude Monet e «Ludovic Lepic e le sue figlie» di Edgar Degas. Il valore dei quattro dipinti era stimato intorno ai 180 milioni di franchi.

Alcuni minuti più tardi, il furto era già stato messo a segno. E i ladri erano scomparsi in fretta, tanto quanto erano entrati nell'edificio. Erano saliti a bordo di un veicolo bianco ed erano poi scappati in direzione di Zollikon.

A soli otto giorni di distanza dal furto, gli inquirenti fanno una prima scoperta. L'auto bianca a bordo della quale i ladri si sono dati alla fuga viene ritrovata sul parcheggio della clinica Burghölzli, a circa due chilometri dal luogo del dramma. Nel veicolo si trovano due delle opere rubate. Il dipinto di van Gogh e quello di Monet tornano rapidamente al museo.

Gli inquirenti si fanno passare per mercanti d'arte

Poi, l’affare smette di far parlare di sé per quattro anni, fino a che gli inquirenti svelano infine il mistero nell'aprile del 2012. Un indizio li conduce in Serbia, sulla pista di una banda di ladri di oggetti d'arte. Secondo il ministero pubblico di Zurigo, fino a 30 inquirenti provenienti da sei paesi hanno lavorato a quest'indagine. Avrebbero intercettato delle conversazioni telefoniche in diversi paesi e sorvegliato i sospetti.

Per incastrare i malfattori, gli inquirenti fanno finta di essere interessati ad alcuni quadri di Cézanne e versano un acconto di 1,6 milioni di franchi. Alla fine, vengono arrestati quattro sospetti a Belgrado. Vengono rinvenuti i quadri, le armi e i soldi. Gli autori dei fatti sono uomini dai 36 ai 39 anni, conosciuti dai servizi di polizia e già condannati in passato.

Il quadro ritrovato in Serbia.
Il quadro ritrovato in Serbia.
Keystone

I due dipinti ritrovati in un secondo momento erano danneggiati. Presentavano delle fessure e un taglio, dato che i malfattori li avevano tagliati nella fretta per liberarli della cornice. Fortunatamente, le opere sono state restaurate. Oggi, sono tornate a far parte della collezione Bührle a Zurigo.

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