Spettacolo Patrick Schwarzenegger: «L'ho ereditato da mio padre»

tsch

28.3.2018

Patrick Schwarzenegger ha un padre famoso, ma deve ancora imporsi ad Hollywood. E va bene così, afferma il figlio di «Terminator».

Ciò che colpisce immediatamente parlando con Patrick Schwarzenegger (24), sono la sua simpatia e modestia. Il giovane, si sottopone pazientemente ad un'intervista dopo l'altra, in un hotel di Berlino, in occasione dell'uscita del suo nuovo film «Midnight Sun» (attualmente nelle sale). Naturalmente non tutte le domande che gli vengono poste ruotano attorno a questa commedia romantica dolce-amara, nella quale Patrick Schwarzenegger recita accanto a Bella Thorne. In quanto figlio di Arnold Schwarzenegger, l'attore è abituato al fatto che gli si chieda della sua famiglia. Tuttavia rifiuta categoricamente di essere ridotto ad un semplice figlio d'arte.

Lei è nato nell'universo del cinema. La sua carriera a Hollywood è quindi già tracciata?

Patrick Schwarzenegger: ho capito molto presto di voler diventare anch'io un attore. Mi piaceva molto far visita a mio padre sui set cinematografici. Era affascinante per me vederlo trasformarsi in Mr. Freeze o Terminator. Grazie a mio padre, ho scoperto molto presto come funziona questo mondo. Ma ovviamente lui non è il solo ad avermi influenzato. Anche mia madre ha svolto un ruolo determinante nella mia vita. I miei genitori mi hanno cresciuto insieme, mi hanno insegnato ad essere un bravo figlio, un buon fratello e un buon amico.

Che consigli le hanno dato per il suo primo ruolo da protagonista in «Midnight Sun»?

Durante il primo giorno di riprese, mi sento sempre un po' a disagio. Tuttavia, quando si iniziano a conoscere i vari membri della troupe, ci si rende conto di far parte di una grande famiglia sulla quale si può contare. Mio padre ha attirato la mia attenzione su questo aspetto. Mi ha spiegato che la cosa più importante è la fiducia: le persone fanno il loro lavoro e ognuno fa del proprio meglio. Ed è ciò che devo fare anch'io.

Si dice che, durante le riprese, lei abbia avuto una sorta di «dipendenza da banane» …

Beh non è proprio una dipendenza, no? È vero che mi piace mangiare e adoro le banane. Soprattutto in una torta alla crema. È stato proprio questo il mio regalo di fine riprese. Inoltre, Bella (Thorne, n.d.r.) mi preparava in continuazione dei sandwich alla banana, con burro di noccioline o marshmallow. Ma solo dopo aver finito di girare le scene più hot.

Non è stato troppo difficile mantenersi in forma?

In realtà cerco sempre di mantenermi in forma. Non solo durante le riprese di un film. Sono un tipo piuttosto attivo, trascorro molto tempo all'aperto e faccio sport regolarmente. Ciò non sorprende di certo visto il ruolo importante che dieta e bodybuilding rivestono nella mia famiglia, no (ride)? Per «Midnight Sun», ho tuttavia avuto bisogno di un allenamento speciale: dato che Charlie pratica nuoto ad alti livelli, il mio normale programma di fitness non era affatto sufficiente.

«Midnight Sun» parla di una magnifica storia d'amore. Lei crede nell'amore?

Certo che ci credo. Mi piacerebbe un giorno formare una famiglia e avere dei figli. Fa parte dei miei obbiettivi di vita.

In «Midnight Sun», lei è la sua partner siete costretti a vivere di notte. Cosa ne pensa di questo stile di vita? Lei è un animale notturno o diurno?

Io mi alzo molto presto al mattino e vado a letto verso le dieci di sera.

Non troppo emozionante…

(ride) Lo so. Ma non voglio perdermi neppure un briciolo di luce diurna. Non potrei mai restarmene a letto mentre il sole splende. Non faccio neppure dei sonnellini durante la giornata. Probabilmente l'ho ereditato da mio padre. Ogni mattina si sveglia tra le 4.00 e le 5.30 e se ne va a letto direttamente dopo cena.

Ha sempre saputo di voler abbracciare la stessa professione di suo padre?

I miei genitori mi hanno sempre incoraggiato a seguire le mie passioni. E lo faranno sempre. Attore, politico, giornalista o insegnante, poco importa. Ho capito molto presto che volevo fare cinema. Soprattutto perché ho avuto la possibilità di vedere mio padre all'opera. Fin dai tempi della scuola ho partecipato a spettacoli teatrali e fatto parte di una compagnia teatrale a Los Angeles, dove ho studiato cinema all'Università della California del Sud.

Considera il suo nome un fardello o una chiave in grado di aprirle molte porte?

Mentirei se dicessi che il nome di mio padre non mi abbia già aperto qualche porta a Hollywood. Ma in fin dei conti, funziona così ovunque. Bisogna dimostrare di voler investire tempo ed energie nella propria carriera. Non basta dire di voler diventare un attore per ritrovarsi sul manifesto pubblicitario di un film dall'oggi al domani. Io ho dovuto prendere lezioni e partecipare ai provini. Non si può arrivare in alto standosene con le mani in mano. Bisogna rimboccarsi le maniche.

Ha un piano B nel caso in cui non dovesse andare bene col cinema?

No. E non conto di averne uno. Nella vita bisogna sempre attenersi al piano A e seguire i propri sogni. Anche se dovesse volerci più tempo. Mio padre ne è un chiaro esempio: voleva diventare il miglior culturista del mondo e anche una star di film d'azione. Ma non lo ha certo ottenuto dall'oggi al domani. Ha dovuto lavorare duramente e avere pazienza. Ciò vale per tutti. Non penso quindi di abbondare l'idea tanto facilmente, anche se il film non dovesse avere successo.

Lei potrebbe anche fare politica… Che ricordi ha del periodo in cui suo padre era governatore della California?

Per vedere mio padre non dovevo più recarmi sul set, ma al Campidoglio. Era molto diverso: io non era molto portato per la politica, ero ancora piuttosto giovane all'epoca. Certo ho potuto incontrare molti uomini politici, ma ciò non mi ha mai emozionato. Inoltre, eravamo costantemente circondati da guardie del corpo, il che non lasciava molto spazio alla spontaneità.

Tornare alla home page