Spettacolo Lenny Kravitz: «Il mio amore per la fotografia»
Oltre al rock, l’artista cura progetti creativi per grandi brand come Dom Pérignon attraverso la sua Kravitz Design Inc.
Ancor prima di sfondare nel mondo della musica, la fotografia è stata il grande amore di Lenny Kravitz.
Il rocker - tornato sulla scena musicale con l’undicesimo album Raise Vibration e un tour mondiale passato anche per l’Italia -, è proprietario della Kravitz Design Inc: un’azienda creativa che realizza progetti per piccoli e grandi brand, come nel caso di Dom Pérignon, di cui la star da alcuni mesi è direttore creativo. Per il famoso marchio di champagne, Lenny ha realizzato la mostra di icone ASSEMBLAGE, visitabile anche a Milano fino al 15 maggio.
«Mio padre era giornalista, quando tornò dalla Guerra in Vietnam io vidi per la prima volta una macchina fotografica - ha dichiarato Kravitz a Vanity Fair, parlando della sua passione per la fotografia -. Ero piccolo, mi piaceva giocarci. Ventitré anni dopo, in occasione dell’uscita del mio primo disco, cominciai a essere io fotografato ma mi accorsi subito che ero più interessato a ciò che succedeva dietro la telecamera che a stare davanti all’obiettivo. Così cominciai a studiare, imparare, e quarant’anni dopo ho aperto la prima mostra. In estate ne arriverà un’altra».
Attraverso i social network, Instagram in primis, ormai chiunque può mostrare i propri scatti grazie alle fotocamere sempre più all’avanguardia incorporate all’interno degli smartphone.
«È vero che chiunque ormai può fare foto bellissime con un telefono, e infatti ce ne sono moltissime là fuori - riflette -. Ma proprio per questo c’è più bisogno di coloro che riescono a immortalare qualcosa di speciale, con un occhio particolare».
Musica e fotografia sono espressioni di sentimenti comuni per Lenny: «L’amore, il rispetto, lo stare insieme, la convivialità. Cose di cui abbiamo estremo bisogno oggi».
Rispetto per tutti, tranne per una categoria: gli hater.
«Io disprezzo chi non capisce che siamo tutti uguali. Se c’è un tipo di persone che non tollero sono proprio quelle “distruttive”, sia nei confronti del nostro pianeta sia della razza umana», ha concluso.
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