Diventato famoso per «Mare Fuori»Massimiliano Caiazzo: «Per gestire il successo ho avuto bisogno di una psicologa»
Covermedia
28.7.2024 - 20:00
L'attore diventato famoso grazie a «Mare Fuori» si è raccontato al Giffoni Film Festival.
28.07.2024, 20:00
30.07.2024, 17:16
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Massimiliano Caiazzo è tornato al Giffoni Film Festival dove era stato già ospite quattro anni fa, prima che esplodesse il fenomeno «Mare Fuori».
Le curiosità dei ragazzi in sala sono state tantissime: dall'inizio del suo percorso, definito da Massimiliano «agitato e fortunato» alle sue fonti di ispirazione – «tra gli italiani, Fabrizio Gifuni e Luca Marinelli» -, fino al suo rapporto con i social network, quando l'attore ha ammesso: «Ho dovuto cancellare TikTok perché, senza rendermene conto, da che volevo starci cinque minuti, improvvisamente diventava un'ora.
«Non voglio demonizzare i social, ma ...»
«E questa perdita di tempo per me non esiste proprio. I social usano un meccanismo simile a quello delle slot machine. Io l'ho cancellato perché mi distraeva, mi rendeva meno produttivo.»
«Non voglio demonizzare i social però. – ha sottolineato – Credo che siamo in una fase di transizione, demonizzare non servirà a nulla perché i social sono un'onda troppo più forte.»
«Bisogna semplicemente capire quale può essere il miglior modo dal punto di vista lavorativo di utilizzarli», lasciandosi andare alla confessione di un suo rituale durante le riprese: «Quando sono sul set metto la modalità «in aereo» al telefono come un gesto quasi scaramantico, sennò la scena non viene bene».
Che impatto ha avuto il successo? «All'inizio ho avuto bisogno di una buona psicologa. C'è stato un periodo in cui ho tentennato un pochino, in cui ho iniziato a sentire quella responsabilità. Poi però ho iniziato a vedere la gratitudine. E quindi ora ci convivo, consapevole del fatto che potrebbe sparire da un momento all'altro».
«Il successo può passare, ma io continuerò a fare questo»
Ma Caiazzo non ha dubbi sul suo mestiere, che sente più come un'esigenza creativa oltre la fama «Il successo può passare, ma io continuerò a fare questo. Non avrei potuto fare altro».
Sono tante e inevitabili le domande sulla sua interpretazione di Carmine in «Mare Fuori», e sull'uscita di scena del personaggio dalla serie: «Era chiaro che l'arco narrativo di Carmine stava andando a chiudersi, ed era giusto così.»
«Ci siamo accompagnati in un percorso, in cui lui ha realizzato il sogno della libertà e dell'amore libero con sua figlia. E dico finalmente per lui! Un personaggio per quanto possa essere importante nella storia, non è la storia».
Cosa accomuna personaggio e attore?
Tra le cose in comune tra persona e personaggio, Caiazzo ha citato il bisogno di protezione e «la capacità di credere in un sogno in maniera imprescindibile e andarci dentro nonostante tutto e tutti».
Tra i punti di distanza secondo l'attore c'è il coraggio: «Carmine è più coraggioso di me. Questo è un criterio con cui scelgo i ruoli. Per me i personaggi sono i sogni di noi stessi. La parte più coraggiosa di noi, quella che non riusciamo a mettere in pratica nella vita normale».
La sua aspirazione più grande? «Sogno di ritornare a teatro con qualcosa scritto da me. È il mio obiettivo».