Più forte del caro biglietti, dell'inflazione e dei disagi per gli stadi vecchi: la passione per il calcio ha superato ogni ostacolo. Una serie di «sold out» sta facendo volare le presenze di spettatori in Serie A e il derby di domani, un Inter-Milan da sold out, contribuirà a farle crescere ancora.
Chi si aspettava un calo del numero di biglietti venduti e degli abbonamenti alle squadre di Serie A a causa delle restrizioni economiche, resterà sorpreso.
Per la stagione 2023-24, stando ai primi dati, il pubblico non ha alcuna intenzione di rinunciare alle partite della propria squadra del cuore.
Numero medio di spettatori in aumento
Il numero medio di spettatori nelle prime giornate di campionato, pur scontando l'inizio delle partite ad agosto quando le città sono ancora vuote, è addirittura aumentato: lo scorso anno il dato finale del torneo vinto dal Napoli è stato di poco più di 29mila presenze a partita; quest'anno, secondo le prime stime, si è sfiorata quota 31mila.
La parte dei leoni l'hanno fatta le «big», capaci di registrare il tutto esaurito nelle trasferte e di trascinare il dato di tutta la A verso l'alto.
Milano in testa per numero di abbonati
Leggendo i dati degli abbonamenti, Milano conferma il primato nazionale. Inter e Milan guidano la classifica con 42mila tessere annuali: fedelissimi che probabilmente hanno scommesso sulle due squadre con motivazioni differenti.
I nerazzurri sono reduci dalla finale di Champions League, mentre i rossoneri hanno investito sul mercato e rivoluzionato la squadra.
Alle spalle delle due società meneghine c'è la Roma. A sostenere i giallorossi all'Olimpico quest'anno saranno almeno in 40mila ogni partita. Si tratta di un numero alto di abbonati favorito da una politica dei prezzi più vicina alle richieste dei tifosi.
Il club capitolino, infatti, ha calmierato il costo in modo da avere lo stadio più pieno. Non a caso, l'Olimpico ha fatto registrare il tutto esaurito fin dalla prima giornata.
Dietro Inter, Milan e Roma c'è la Lazio che ha chiuso la campagna con oltre 30mila tessere vendute. A Genova, per il ritorno in massima serie del Genoa, hanno sottoscritto l'abbonamento oltre 27mila tifosi rossoblu.
In proporzione sono pochi quelli del Napoli, vincitore dello scudetto, che ha staccato poco più di 22mila tessere.
Serie A meno cara di Premier, Ligue 1 e La Liga
Formalmente la Serie A è uno dei campionati meno cari d'Europa in quanto registra un costo medio più basso rispetto, ad esempio, ad Inghilterra o Spagna.
In Italia c'è disparità tra le squadre, ed influisce molto anche la questione delle trasferte: in Serie A le piccole società aspettano l'arrivo delle «big» per alzare il prezzo dei biglietti del settore ospiti (e non solo), così da incassare di più.
Negli altri campionati europei il prezzo, spesso, è invece fissato. A esempio, in Francia gli ospiti pagano per le trasferte 10 euro; in Premier League 35 euro. In Spagna tutte le squadre hanno messo un tetto al biglietto per gli ospiti, ad eccezione di Real Madrid e Barcellona che non hanno sottoscritto l'intesa.
Le grandi attirano sempre più tifosi
In Italia, nel corso della seconda giornata, il Cagliari ha ospitato l'Inter registrando il «sold out»: per assistere alla partita i tifosi hanno dovuto sborsare almeno 120 euro nei distinti centrali e 150 per la tribuna blu.
Ma accade così in tutti gli stadi italiani quando arriva una «grande». La Juventus, per favorire i propri tifosi in giro per l'Italia, ha anche provato a stringere un accordo con le altre società di Serie A ma la proposta non è stata accolta.
Inter, Milan davanti a tutti, Napoli, solo quarto
Eppure nulla ferma i tifosi. Inter e Milan in questo inizio di campionato hanno una media spettatori stimata di oltre 72mila presenze ciascuno. La Roma segue con 62mila.
Malgrado la vittoria del campionato, il Napoli segue con soltanto 41mila paganti. Sui 38mila spettatori ci sono Juventus e Lazio. Poi il Genoa (33mila)e la Fiorentina 30mila), il Lecce (28mila), il Bologna (26mila), il Verona (23mila), l'Udinese (22mila), il Torino (22mila) e la Salernitana (19mila). Seguono Cagliari (18mila), Atalanta (14Mila), Frosinone (14mila), Empoli (11mila), Sassuolo (11mila) e Monza (8mila).
Tutti dati che vanno valutati in base a diverse variabili: capienza degli stadi (a Cagliari, ad esempio, ora è ridotta per i lavori), bacino d'utenza, costo dei biglietti e numero di abbonamenti sottoscritti.