Il nuovo allenatore del Valencia Gennaro Gattuso ha raccontato di come ha subito le accuse di razzismo che gli hanno strappato la panchina del Tottenham la scorsa estate.
Lo scorso mese di giugno Gennaro Gattuso è stato nominato allenatore del Valencia. L'ex centrocampista del Milan ha preso il posto di Pepe Bordalas, allontanato dalla dirigenza nonostante avesse un contratto valido fino al termine della stagione 2022-2023.
L'italiano, la cui carriera di Mister è iniziata in Vallese quando nel 2013 aveva preso le redini del Sion per alcuni mesi, è così tornato ad allenare dopo un anno di pausa.
Intervistato da Sky Sport il calabrese ha spiegato come ha vissuto gli ultimi 12 mesi. L'estate scorsa era stato inizialmente ingaggiato come allenatore del Tottenham, ma la società londinese aveva fatto retromarcia dopo una forte protesta dei tifosi che avevano definito l'allenatore «razzista e omofobo» a causa di alcune sue dichiarazioni del passato.
«Sono uscite cose non vere, perché sono state prese frasi dette 15 anni fa e inserite in un contesto per fare polemica»
«Ho sofferto molto, sono state dette cose non vere e sono una persona diversa rispetto a quella che alcuni hanno descritto», ha raccontato Gattuso ai microfoni di Sky Sport.
«A causa di questo episodio l'anno scorso non ho potuto lavorare con il Tottenham - ha proseguito «Ringhio» - per fortuna invece quest'anno il Valencia mi ha appoggiato. I social possono distruggere una persona, andrebbero regolamentati».
«Forse sbaglio a non parlare per difendermi ma io sono fatto così. Però sarei ipocrita se dicessi che non ho sofferto per tante cose che sono state dette sul mio conto. Ho sofferto in silenzio, devo dire che ultimamente sono stato bersagliato su tante cose che non fanno parte del mio essere. Ma io sono una persona totalmente diversa rispetto a quella che hanno descritto», ha spiegato Gattuso, che attualmente si trova con la sua nuova squadra in ritiro a San Gallo per preparare al meglio la sua prima stagione ne LaLiga.
Un'opportunità andata in fumo
Le accuse giunte via social l'hanno privato della possibilità di allenare una squadra prestigiosa come il Tottenham, ormai da una decina d'anni stabilmente fra le cosiddette «Big Six» del massimo campionato inglese in compagnia di Arsenal, Chelsea, Liverpool, Manchester City e Manchester United.
«L'anno scorso ci ho sbattuto i denti. È arrivata l'offerta degli inglesi, ma alla fine non ho potuto lavorare con loro per delle cose non vere. I dirigenti del Tottenham ci sono cascati e ho pagato. Quando succedono queste cose diventa difficile difendersi, per fortuna al Valencia la dirigenza mi ha appoggiato», ha poi concluso il 44enne, che fra poche settimane si cimenterà in una nuova sfida lavorativa, quando domenica 14 agosto il suo Valencia affronterà il Girona nella prima partita di campionato.