Nei campi da basket in cemento di piccole isole dell'Oceano Pacifico, i calciatori a piedi nudi sognano di rappresentare il loro Paese. Ma pochi giovani aspiranti a diventare stelle del calcio devono affrontare tanti ostacoli quanto i calciatori delle Isole Marshall.
Le Isole Marshall è l'ultimo Paese del pianeta senza una squadra Nazionale di calcio, e, fino all'anno scorso, il Paese composto da più di 1'000 isole non aveva nemmeno un campionato amatoriale.
Non ci sono campi da calcio e nella cultura dominata dagli Stati Uniti c'è sempre stato poco interesse per questa disciplina sportiva. Fino allo scorso anno, appunto.
Sull'atollo di Kwajalein vi è una base navale statunitense, con circa mille persone, e ciò ha ancora una grande influenza sulla nazione isolata. Basket e baseball sono gli sport più popolari.
Nel 1878 le Marshall divennero un protettorato tedesco, fino al 1919, quando passarono nelle mani del Giappone. Nel 1947 fu il turno degli Stati Uniti, che mantennero la loro influenza fino al 1979, quando il Paese divenne indipendente.
Tra la mancanza di spazio e il sogno di aderire alla FIFA
La Federazione, che non ha ancora a disposizione uno stadio, mira a diventare membro della Fifa con l'intenzione di poter presto partecipare alle qualificazioni per la Coppa del Mondo.
Dall'anno prossimo le Isole Marshall avranno uno stadio con un campo adeguato. La superficie totale di tutte le isole è di circa 180 chilometri quadrati. Il Ticino, in termini di paragone, ha una superficie di 2'800 chilometri quadrati.
Per molti versi, è sorprendente che le Isole Marshall, con una popolazione di 42'000 abitanti, non abbiano una Nazionale. Ci sono molti paesi più piccoli che ne hanno una. Pochi di questi hanno il problema della distanza: dall'isola abitata più lontana a Majuro, la più abitata, è di circa 700 chilometri, da affrontare via mare.
Le vicine isole del Commonwealth Tuvalu, con appena 12mila abitanti, hanno una squadra affiliata alla Oceania Football Confederation, che conta 11 membri affiliati alla Fifa, tra cui la Nuova Zelanda.
Nonostante abbia solo 760 cittadini, la Città del Vaticano è riuscita a schierare una squadra per le amichevoli internazionali. Le Isole Faeroer, che possono contare su di una popolazione leggermente maggiore delle Marshall (52mila), hanno comunque una superficie di 1'400 chilometri quadrati.
Tutto ha avuto inizio nel 2020
È quando il figlio dell'operaio petrolifero Shem Livai, che vive nella capitale Majuro, è diventato un tifoso di calcio, che l'idea di una Nazionale ha preso piede.
Shem ha infatti costituito la Federazione all'inizio del 2020 e una volta terminata la pandemia di Covid, da presidente, ha iniziato a sviluppare l'idea di una squadra nazionale.
Scrivendo su dei blog dedicati al calcio minore è entrato in contatto con l'allenatore Owers Lloyd, «in modo del tutto casuale». L'inglese ha accettato il lavoro part-time di direttore tecnico della neonata federazione calcistica.
La nascita della maglia della Nazionale
All'inizio di quest'anno, il presidente, l'allenatore e i due colleghi inglesi si sono impegnati per aumentare la sponsorizzazione e la visibilità del progetto.
In aprile i quattro hanno indetto un concorso per disegnare la maglia da calcio della Nazionale. «Quando le vendite sono iniziate, ci si è resi conto della popolarità del progetto. Ne abbiamo vendute 400 in tre settimane in 40 Paesi diversi».
In estate Lloyd è volato alle Isole Marshall per le sue prime sessioni di allenamento. Dall'Inghilterra è un viaggio di 46 ore, se non ci sono ritardi.
L'allenatore avventuriero
Lloyd, 34 anni, ha lavorato in passato come scout per il Mansfield Town FC, squadra di League Two, e come manager under 23 dell'Oxford City. L'avventuriero ha raccontato al «The Sun» di quando ha iniziato: «Non c'erano campionati, allenamenti per bambini, niente di niente».
Una volta arrivato sul posto, il neo ct si è reso conto della portata del suo compito. «Giocano ancora a piedi nudi», ha raccontato sempre al «The Sun».
Rubare terreno all'oceano, che avanza
Una delle altre grosse sfide riguarda il terreno da gioco, per la mancanza di spazio citato in precedenza. L'isola principale di Majuro è letteralmente una striscia di circa 40 chilometri, da un capo all'altro, una lunga strada con edifici ai lati e circondata dall'acqua.
E il cambiamento climatico non farà che peggiorare il problema. Il punto più alto di Majuro è solo tre metri sopra il livello del mare e gli scienziati hanno avvertito che, nel peggiore dei casi, gli oceani potrebbero aumentare di tre metri entro la fine del secolo.
«È una vera battaglia. Quando l'ho visitata, mi sono recato in una delle estremità delle isole ed è lì che la situazione sarà minacciata», ha aggiunto l'inglese.
Per questo motivo il primo stadio del Paese verrà costruito su un terreno bonificato. Il complesso polifunzionale, che comprende una pista di atletica e un campo da calcio, dovrebbe essere inaugurato nel luglio del prossimo anno.
Emigrazione verso l'Australia, la Nuova Zelanda e gli Stati Uniti
Oltre alla riduzione del territorio, la nazione soffre anche di una diminuzione della popolazione, con i giovani marshallesi che si dirigono sempre più volentieri verso Australia, la Nuova Zelanda e gli Stati Uniti, per studiare o per trovare lavoro.
Fortunatamente, un accordo di libera circolazione con gli Stati Uniti significa che c'è un potenziale bacino di giocatori tra gli espatriati.
Si stima che ci siano 30mila marshalliani negli Stati Uniti, la metà dei quali nel solo Stato dell'Arkansas.
«Ci hanno contattato alcuni giocatori che giocano nel sistema universitario statunitense«, ha detto l'allenatore, che però tiene a puntualizzare che l'obiettivo principale è quello di sviluppare il gioco di base nelle isole stesse, «in modo che la squadra abbia giocatori con la sabbia tra le dita dei piedi».
Per poter aderire alla FIFA la Federazione dovrà dimostrare di avere un campionato competitivo e consolidato. Lo sforzo si annuncia enorme, ma l'euforia di Lloyd, Shem e compagni è trascinante.
La responsabilità sociale di un'azienda
Non c'è tempo da perdere, lo sanno. La neonata federazione sta costruendo un programma di allenamento per i bambini delle scuole delle isole, reclutando maschi e femmine idonei per la squadra nazionale e creando campionati nazionali di calcio maschili e femminili.
Convinta dai fondatori del progetto, l'azienda «PlayerLayer» si è unita alla missione e sosterrà il progetto con kit e supporto alla progettazione.
Famose per il fungo atomico
Dal 1946 al 1958, diversi atolli delle Marshall sono stati usati dagli USA per testare 67 ordigni nucleari. I test atomici dell'Operazione Crossroads iniziarono nel 1946 sull'atollo di Bikini, dopo aver evacuato con la forza i residenti dello stesso.
La prima bomba all'idrogeno al mondo, nome in codice «Mike», fu testata sull'atollo di Enewetak, il 1° novembre del 1952.
Nel corso degli anni solo una delle oltre 60 isole è stata bonificata dal governo statunitense e gli abitanti sono ancora in attesa dei 2 miliardi di dollari di risarcimento stabiliti dal Nuclear Claims Tribunal.
Molti degli isolani e dei loro discendenti vivono ancora in esilio, poiché le isole rimangono contaminate da alti livelli di radiazioni.