Cacciato in malo modo Maldini parla per la prima volta a 6 mesi dal licenziamento: «Il Milan oggi è senza amore e ideali»

bfi

2.12.2023

Paolo Maldini, leggenda del Milan
Paolo Maldini, leggenda del Milan
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Una vita da capitano, poi gli ultimi cinque anni da dirigente. Il leggendario ex terzino rossonero torna a parlare sei mesi dopo il licenziamento shock. E l'educato Paolo Maldini ne ha per tutti.

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Hai fretta? blue News riassume per te

  • A sei mesi dal licenziamento da dirigente del Milan, Paolo Maldini parla per la prima volta sulle pagine di «Repubblica».
  • Il leggendario capitano dei rossoneri, in maniera educata, non risparmia frecciatine a nessuno.
  • Maldini si dice convinto che un club dovrebbe tenersi strette persone come lui, con un amore incondizionato verso il club.

Papà Cesare, 12 anni da giocatore nelle fila del Milan, 7 da allenatore. Lui 647 partite da professionista, tutte con il Milan, fino all'età di 41 anni. Daniel, suo figlio, ha sempre giocato solo nel Milan - e il suo cartellino è ancora dei rossoneri - fino alla scorsa stagione quando è stato prestato prima allo Spezia, poi all'Empoli. 

Insomma, i Maldini stanno al Milan come il rosso al Victorinox.

A sei mesi dal licenziamento che ha fatto imbestialire tantissimi tifosi milanisti e ha fatto arricciare il naso a milioni di amanti del calcio, Paolo Maldini si è concesso a «La Repubblica» per una lunga intervista a ruota libera, senza freni.

Dirigenti senza un vero attaccamento per la squadra

Ne ha per il Cardinale, il CEO di RedBird Capital, la società proprietaria del Milan: «Voleva che vincessi la Champions, ma aveva già deciso di mandarmi via».

«Cardinale mi disse che io e Massara eravamo licenziati, giustificandolo con i cattivi rapporti con Furlani e aggiungendo una battuta sulla semifinale Champions persa con l'Inter. Con lui in un anno ho fatto solo una chiacchierata e ci siamo scambiati quattro messaggi».

Ce n'è anche per il presidente del club, Paolo Scaroni: «Sedeva in prima fila per lo scudetto, ma lo vedevo spesso lasciare lo stadio in anticipo quando le cose non andavano bene».

Paolo Maldini, allora capitano del Milan, in compagnia di Carlo Ancelotti, tiene la coppa dalle grandi orecchie vinta nel 2007. 
Paolo Maldini, allora capitano del Milan, in compagnia di Carlo Ancelotti, tiene la coppa dalle grandi orecchie vinta nel 2007. 
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L'affetto per il club non dovrebbe essere svalutato

«Il tempo permette serenità», si è giustificato, riferendosi ai sei mesi di silenzio intercorsi tra la sua cacciata e la prima intervista.

Ciò che il tempo non cancella è il suo amore per il Milan, il club che gli ha dato tutto, anche prima di essere nato. «Converrebbe tenersele strette persone come me».

Invece il 5 giugno di quest'anno è arrivato il giorno del distacco, perlomeno fisico. «Mi era stato chiesto di preparare un piano per vincere la Champions. L'ho fatto, l'ho mandato ma non mi è stata mai data una risposta».

Sugli ingaggi andati in porto e quelli sfumati

Anche sulle contestazioni in merito agli ingaggi conclusi e sfumati, Paolo ha qualcosa da dire: «Per Ibrahimovic servirono tante riunioni, mi contestavano De Ketelaere ma per un ragazzo così giovane la percentuale di insuccesso è alta. Leao, Bennacer e Theo non piacevano. Messi? Era libero dopo il Barcellona, ma è rimasta un'idea perché Leonardo mi disse che il PSG era avanti».

Sul budget e il nuovo stadio

L'ex dirigente elenca altri punti che allora lo avevano fatto imbestialire. «Furlani mi comunicò un budget basso per questa stagione, ma dopo la mia partenza è raddoppiato».

Il nuovo stadio? «Lottavo per un impianto più grande, è stato un motivo di scontro».

«Un contenzioso con il Milan? L'ultima cosa che avrei voluto»

«Ho dovuto discutere per trovare un accordo e per non rinunciare ai miei diritti», racconta ancora Maldini, il quale ammette che «l'ultima cosa che avrei voluto era un contenzioso con il club: vi rendete conto, gli ho spiegato, che sarebbe la seconda causa di una leggenda del club al gruppo proprietario del Milan in due anni, dopo quella (persa!) con Boban?».

Perché per il 55enne una cosa è certa, «il mio amore per il Milan sarà sempre incondizionato. Da figlio di Cesare. Da ex capitano. Da papà di Christian e Daniel, che al Milan sono passati».

2022: Paolo Maldini (sinistra) e il suo collaboratore - ed ex compagno di squadra Zvonimir Boban.
2022: Paolo Maldini (sinistra) e il suo collaboratore - ed ex compagno di squadra Zvonimir Boban.
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«Oggi comandate voi, ma...»

Colui che con il Milan, da giocatore ha vinto 7 scudetti, 5 Champions League e 2 Coppe Intercontinentali e tanto altro ancora, conclude con un messaggio chiaro, signorile, com'è sempre stato nel suo stile: «Oggi comandate voi, ma per favore rispettate la storia del Milan».