Ecco i commenti dei protagonisti dopo la partita di Basilea, che ha visto per 84 minuti i giocatori rossocrociati elevarsi al ruolo di semidei, prima di crollare sotto i colpi degli arcigni vichinghi venuti dalla Danimarca.
Al St. Jakob di Basilea, al termine della sfida tra Svizzera e Danimarca finita con il risultato di 3-3, grossa era la delusione dipinta sui volti dei giocatori della nazionale elvetica e del suo allenatore. Nulla di catastrofale, s'intende, in quanto un pareggio con la Danimarca è un discreto risultato, e 4 punti dopo due partite nel girone di qualificazione non sono materia per troppe polemiche.
Vladimir Petkovic: «Siamo stati ingenui, abbiamo perso alcuni contrasti di troppo, siamo stati troppo bassi e contro un avversario di questo calibro è molto pericoloso. Non sono contentissimo, ma 4 punti sono un buon bottino. Questo pareggio è amaro per il modo in cui è arrivato, ma un punto con la Danimarca non è da buttare. Ora dobbiamo imparare da questa sconfitta per fare meglio la prossima volta».
Sul cambio di Xhaka il ct della Nazionale ha le idee chiare: «Erano dieci minuti che chiedeva il cambio per dei probelmi agli adduttori. È stata una scelta forzata».
Jan Sommer: «Abbiamo giocato molto bene fino agli ultimi dieci minuti, poi c'è stato il caos e loro ne hanno approfittato».
Freuler autore della prima rete è convinto che l'uscita di Xhaka non può spiegare il collasso degli ultimi minuti.
«Certo è un giocatore che ha molta epserienza e da stabilità al centrocampo, ma noi abbiamo abbastanza giocatori che giocano in campionati importanti che possono sostituirlo. Credo che siamo andati un po' in panico, specialemente dopo il 3-2, e invece di tenere palla l'abbiamo semplicemnete buttata in avanti».
Breel Embolo: «È una serata amara, ma anche da questo dobbiamo saper imparare qualcosa. Credo che gli stessi danesi non sanno spiegarsi come sono riusciti a segnare tre reti negli ultimi minuti».
Manuel Akanji si prende le sue responsabilità: «Alla fine abbiamo perso il controllo della partita e della nostra fiducia, loro invece, si sono sentiti in grado di farcela. Tutto ha avuto inizio con il mio errore che ha portato sul 3-1, in quanto non son risucito a spazzar via il pallone. A quel momento avevamo ancora due reti di vantaggio comunque. Avremmo dovuto tenere questo vantaggio fino alla fine».
La voce dei danesi è affidata al suo uomo più rappresentativo, Eriksen.
«È la prima volta che festeggiamo un pareggio come se fosse una vittoria. Non possiamo però essere contenti dei primi 84 minuti di gioco. Io stesso non credevo che saremmo riusciti ad acciuffare il pareggio, nemmeno dopo il nostro primo gol, poi, dopo il secondo, anch'io ho pensato che si poteva fare».