Grzegorz Lato Uno dei più grandi e schivi attaccanti della storia del calcio

bfi

8.4.2020

Grzegorz Lato in azione.
Grzegorz Lato in azione.
Keystone

Uno degli attaccanti più sottovalutati nella storia del calcio compie oggi 70 anni. Un ricordo del centravanti polacco Grzegorz Lato.

Anche oggi vi proponiamo un personaggio della storia dello sport, sconosciuto ai più giovani, non certo popolarissimo nemmeno per chi, come chi scrive, seguiva già il calcio alla fine degli anni '70 e inizi degli anni '80.

Non aveva il fascino maledetto di George Best, non traboccava di talento come Diego Armando Maradona, non proveniva da una delle grandi nazioni del calcio e non giocò mai in un grande club, declinando addirittura la chiamata di sua maestà Pelé.

L'era d'oro

Grzegorz Lato è nato esattamente 70 anni fa nella Polonia comunista.

Cresciuto nelle fila del FKS Stal Mielec, club due volte vincitore del massimo campionato polacco - le uniche della sua storia - grazie anche alle sue reti, Lato si guadagnò presto il posto nella nazionale polacca.

La selezionale nazionale di Polonia - non certo una superpotenza del calcio internazionale - stupì gli amanti del calcio con una generazione di calciatori di grande spessore.

Nel 1972 Lato guidò la sua Nazionale a vincere la medaglia d'oro ai Giochi Olimpici che si svolsero a Monaco. La Polonia, dei vari Lato, Tomaszewski, Zmuda, Kapka, Gadocha e Kmiecik si fece conoscere al mondo e iniziò così l'Era d'Oro del calcio polacca, che terminerà dieci anni più tardi.

Mondiali 1974

In occasione della Coppa del Mondo 1974 la Polonia fu accostata all'Argentina di Kempes e all'Italia di Facchetti e Riva, oltre che alla malcapitata formazioni nazionale di Haiti. Nessuno, nonostante l'oro olimpico vinto due anni prima, avrebbe scommesso su di un passaggio del turno della Polonia. Ma nessuno aveva fatto i conti con Grzegorz Lato, il leader anti-personaggio che sarebbe diventato il grande protagonista di tutto il Mondiale, oscurando i vari Riva, Pulici, Kempes, Crujff, Jairzinho e Müller.

Già, perché il cannoniere pelato e tranquillo segnò sette reti in tutto il torneo, più di tutti gli altri stupendi attaccanti di quell'era; a lui venne consegnata la 'Scarpa d'oro'. 

Le reti di Lato (2) e le prodezze di quel gruppo formidabile permisero alla Polonia di battere dapprima la favoritissima Argentina (3:2), Haiti fu spazzato via con un secco 7 a 0 e poi fu il turno dell'Italia, battuta per 2 a 1. La Polonia schiacciò poi Svezia e Yugoslavia, prima di andare a cozzare contro i padroni di casa della Germania dell'Ovest, che vinsero per 1 a 0, sancendo l'unica sconfitta del torneo per la formazione polacca. Nella finale per il terzo e quarto posto, opposta alla nazionale brasiliana, Lato siglò l'unica rete dell'incontro; la Polonia si cinse al collo la medaglia di bronzo. Lato, era il suo eroe.

Decisivo in patria, un gigante ai Mondiali

Mondiali 1974: Lato riceve gli abbracci dei compagni
Mondiali 1974: Lato riceve gli abbracci dei compagni
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Müller, Rossi, Schillaci, Surek, sono alcuni dei grandi attaccanti della storia dei Mondiali di calcio: incredibilmente voraci e efficaci nel corso di un Mondiale, quasi dismessi e opachi nei successivi. 

Grzegorz Lato invece è riconosciuto invece come uno dei grandissimi attaccanti della storia delle Coppe del Mondo, uno dei pochissimi ad aver  fatto bene in ben tre edizioni. Lato è uno dei soli 12 attaccanti della storia ad aver segnato più di 10 reti ai Mondiali di calcio, senza l'ausilio di nessun calcio di rigore.

Il gran rifiuto

Comunista, chiusa e impaurita, la Federazione polacca di calcio proibiva ai suoi calciatori di lasciare il Paese cercando fortuna all'estero fino al compimento del trentesimo anno di età. 

Lato, dal canto suo, era un giocatore completo, efficace, che disdegnava il rapporto-spettacolo con il pubblico e le giocate fini a se stesse.

L'Era d'Oro del calcio polacco: Lato, il secondo da sinistra
L'Era d'Oro del calcio polacco: Lato, il secondo da sinistra
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Nel 1980 Lato rifiutò l'offerta di sua maestà Pelé, che lo avrebbe voluto con lui a New York con la maglia dei Cosmos. Troppo spettacolo per il restio attaccante polacco, che scelse di andare in Belgio. Con il Lokeren giocò per due anni prima di lasciarsi ingolosire dal continente americano, dapprima dal campionato messicano e infine dalla piccola realtà calcistica canadese. 

Sottovalutato per molti

Nella lista UEFA dei 50 più grandi giocatori del calcio europeo il nome di Grzegorz Lato non figura. Per molti esperti, ex calciatori e allenatori, il polacco è uno dei giocatori più sottovalutati del calcio europeo. 

Nel 1982, a 32 anni, Lato giocò il suo ultimo Mondiale. Le nuove leve polacche, tra i quali Boniek e Smolarek, fruirono molto della sua esperienza e dei suoi ultimi passaggi. Lo Polonia conquistò un'altra medaglia di bronzo, e salutò il periodo di protagonismo nel calcio internazionale. 

Lewandowski è nato quando Lato smise di giocare. Un antenato di grandissimo spessore che ha segnato la via per un altro grande polacco.

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