Il nuovo allenatore del Lugano è arrivato in città pieno di entusiasmo e non vede l'ora di iniziare a lavorare con lo staff e parlare con i giocatori.
«Già solo da questo primo incontro con la stampa si capisce quanta passione c'è in Ticino per questo sport. Non vedo l'ora di iniziare», ha raccontato ai colleghi della RSI il nuovo timoniere del Lugano Sami Kapanen.
Il coach finlandese, giunto sulla panchina bianconera dopo che la società bianconero ha deciso di non rinnovare il contratto al canadese Greg Ireland, non è di certo intimorito dalla sfida che si trova davanti... anzi: «Credo che questo sia un grande passo nella mia carriera da allenatore. Sentivo il bisogno di uscire dalla mia comfort zone, volevo mettermi alla prova e questo è il posto migliore per farlo».
In carriera il 45enne di Vantaa non si è mai cimentato nel ruolo di allenatore tout court. Nella parentesi come dirigente nel suo precedente club Kapanen svolgeva infatti diversi ruoli, fra i quali direttore sportivo e allenatore, oltre che essere pure il proprietario del club. «Essere qui a Lugano con il ruolo di Head Coach renderà il mio lavoro decisamente diverso rispetto al passato. Non credo che rilassante sia la parola giusta, ma sicuramente sarà più semplice rispetto a Kuopio. Posso usare il mio tempo e le mie energie per allenare, per quanto sia una sfida questo posto è un vantaggio potermi concentrare solo sulla squadra».
«Non impongo il mio stile di gioco, mi piace discutere con i miei assistenti e fare il bene della squadra»
Sami Kapanen
Ogni allenatore, si sa, ha un suo stile. C'è chi preferisce comandare la propria truppa a bacchetta, chi fa del dialogo un punto centrale del rapporto staff-squadra, chi cerca di plasmare la tattica in base ai giocatori a disposizione, chi invece rimane fedele ad un particolare sistema di gioco, ecc. ma qual'è lo stile Kapanen? «Io voglio e ho bisogno di parlare con i giocatori. Bisogna sempre avere la voglia di migliorarsi per restare al passo con i cambiamenti in questo sport, e non solo per quanto riguarda i giovani. Tutti possono migliorare. In generale voglio che la squadra sia veloce, se non si ha il disco si deve lavorare duro per recuperarlo, avendo ancora energia per attaccare. La condizione fisica è tutto per poter giostrare con un sistema del genere».