Confidenze, ricordi e previsioni di un esperto giocatore di National League. Federico Lardi ci ha concesso un'intervista esclusiva.
La National League di hockey si è fermata appena prima dell'inizio dei tanto attesi playoff. I giocatori, come tutti in Svizzera, hanno smesso di pattinare e allenarsi in squadra.
Noi abbiamo intervistato Federico Lardi, difensore del Langnau, che in carriera ha vestito anche le maglie di Losanna, Visp, Sierre, Martigny e Davos, dove è cresciuto sportivamente.
Difficile non perdere troppa massa muscolare durante il periodo di quarantena. Ce l’ha fatta?
In quarantena ci si muove meno e le occasioni per aprire il frigorifero e sgranocchiare qualcosa si moltiplicano, di conseguenza il rischio di guadagnare della massa c’è, ma purtroppo non quella muscolare (sorride). Io ho la fortuna di abitare vicino al bosco, dove ho potuto andare spesso a correre e fare degli esercizi individuali. Ho sfruttato il mio peso corporeo non avendo a disposizione attrezzi e macchinari da palestra: sono riuscito dunque a mantenere, e addirittura aumentare la mia massa muscolare.
L'11 maggio potrete tornare ad allenarvi sul ghiaccio - nel rispetto delle regole sanitarie stabilite dalla federazione -. Vista la tua lunga esperienza, credi che quest’estate dovrete sudare più sul ghiaccio e meno all’aperto?
Teoricamente a livello agonistico si potrebbe ricominciare con degli allenamenti sul ghiaccio. La realtà purtroppo è un’altra. Le piste di ghiaccio non hanno ancora aperto e noi ci alleneremo fuori pista, in piccoli gruppi. Sono convinto che le direttive della federazione verranno rispettate rigorosamente e, se necessario, addirittura ampliate. Anche se in gruppo, nello raggio di diversi metri quadrati non si avvicinerà nessuno. Tutte le mattine arriveremo singolarmente alla pista pronti per allenarci e torneremo individualmente a casa per rinfrescarci, diverse ore più tardi. Di pomeriggio, la struttura e l'organizzazione sarà la stessa.
Il Langnau non fa certo parte delle società più ricche di National League. Sicuramente a settembre vi troverete senza le reti di Harri Pesonen e la carica di Chris DiDomenico. Con un budget più limitato - penso alla delicata situazione economica paventata nei giorni scorsi dal vostro presidente - credi sarà possibile rimanere competitivi nonostante le due pesanti partenze?
DiDo è un gran giocatore che può fare la differenza in diverse partite. Lui ha scelto un’altra strada, e qualcun altro avrà l’occasione di prendere la sua posizione. Lo stesso vale per Harri (Pesonen). A Langnau non si parla di uno o due singoli giocatori, ma si parte dal presupposto che è sempre la squadra che ha fatto, e farà la differenza. Per quanto riguarda il futuro del Langnau è difficile fare delle previsioni, perché nessuno oggi sa come si svilupperà la situazione legata alla pandemia. Noi, quando potremo, andremo sul ghiaccio per vincere e non, per non perdere.
Il virus, e tutte le possibile ipotesi future ad esso legate, potrebbe forse anche costringere voi giocatori ad iniziare il prossimo campionato giocando a porte chiuse. Personalmente, inizierebbe anche a porte chiuse, oppure attenderebbe che il pubblico possa tornare a far rivivere gli stadi e le partite?
Personalmente preferirei aspettare che ci siano i tifosi negli stadi. Le ultime partite giocate si sono svolte a porte chiuse: non si aveva la sensazione di giocare delle partite ufficiali di campionato, sembrava di trovarsi in allenamento. Tutti i giocatori della lega si sono accorti quanto importanti sono i tifosi, con le loro emozioni e i loro cori. Creano una magnifica atmosfera, e se sto ancora giocando a hockey è anche per le tante emozioni e i momenti indimenticabili che i tifosi ci sanno regalare.
Lei e Robbie Earl avete la stessa età (34 anni), e un contratto per un’altra stagione. In un gioco che diventa sempre più veloce, quanto conta ancora l’esperienza dei 'vecchietti'?
Vecchio o giovane, per me l’eta non è un fattore determinante. La prestazione sul ghiaccio di ogni giocatore e il rispettivo comportamento verso i compagni sono cose più importanti. Noi 'vecchietti' abbiamo un po’ di più esperienza per ciò che riguarda la vita fuori dal ghiaccio e nello spogliatoio. Esperienza che aiuta la squadra nel gestire le crisi e a mantenere alto il morale.
Da quando lei ha iniziato a giocare l'hockey è cambiato. Da protagonista, come ha vissuto questa evoluzione? Personalmente come ha reagito ai cambiamenti?
A questo proposito direi: 'O vai col tempo, o col tempo te ne vai. (Sorride)'
L’hockey, diversi anni fa, era meno elegante, meno veloce e meno tecnico, ma sicuramente più duro. Si usava più la forza anche nei contatti alle balaustre. Oggigiorno, siamo tutti degli atleti in pienissima forma. Gli impatti sono più violenti e il tempo a disposizione per pensare diminuisce di anno in anno. Inoltre, le statistiche e le analisi degli avversari diventano sempre più importanti. Effettivamente, all’età di 28 anni, ho dovuto adattare il mio stile di gioco alle nuove caratteristiche richieste dal hockey moderno. Non è un cambiamento che si fa da un giorno all'altro, ma è frutto di un processo. Poter giocare ancora ai massimi livelli all'età di 35 anni non è evidente, e ne sono felice.
Da anni lei si è stabilito nel Canton Berna, dove ha anche stabilito la sua famiglia. Lei è nato nella Svizzera Italiana, per la precisione in Val Poschiavo: non le spiace di non aver mai giocato per l’Ambrì o per il Lugano?
(Sorride) Mi spiace non aver mai potuto giocare per la prima squadra dell'HC Poschiavo. Quando vivevo ancora in Valle potevo allenarmi con la prima squadra. Era per me un onore e mi porto dentro ancora tantissimi bei ricordi. Purtroppo ero troppo giovane per esordire nel campionato regolare di 4. Divisione. Chi lo sa, magari un giorno riavrò l’occasione di vestire quella maglia.
Federico Lardi
Lardi ha finora giocato 454 partite di National League oltre a 225 incontri disputati in lega nazionale B, oggi denominata Swiss League.
L'augurio è che il 34enne difensore possa continuare a divertirsi e servire la causa dei tigrotti ancora per diversi anni.