A pochi giorni dall'inizio del campionato di National League, vi proponiamo storie di leggendari giocatori che vennero in Svizzera per pochissimo tempo lasciando però un ricordo indelebile. Ecco la storia di Igor Larionov, il Professore al servizio del Lugano.
Chi vi scrive ricorda quando alla Coppa Spengler, agli inizi degli anni '80, arrivarono i vari Orlov, Tyumenev e Shalimov, giocatore dello Spartak Mosca: gli occhi del ragazzo innamorato dell'hockey capirono che il gioco sovietico aveva una diversa melodia, sembrava più virtuoso.
Il CSKA di Mosca non arrivò mai dalle parti di Davos: nomi come quelli di Larionov, Makarov e Krutov erano fantasmi che capitava di sentire e vedere di tanto in tanto nel corso della Coppa del Mondo. Gioielli che il Politbüro teneva ben stretti, generando le fantasie dei bambini e dei ragazzi che li avevano già etichettati come leggende.
Larionov il sovietico
Igor Larionov è stato membro di quella Nazionale arraffatutto diretta e gestita dal glaciale Viktor Thikonov. Non solo. Larionov è stato uno dei cinque giocatori che formavano la formidabile linea rossa, fulcro, delizia e orgoglio di quella nazionale. Kasatonov, Fetisov, Krutov, Makarov e Larionov appunto, il Professore.
Primi assaggi di NHL
Larionov arrivò in Canada nel 1989, quando l'impero sovietico si stava disintegrando permettendo ai grossi nomi dello sport di uscire liberamente dall'USSR per tentare fortuna nel sistema capitalista.
Dopo tre anni a Vancouver, periodo in cui dovette adattarsi a un diverso stile di hockey oltre che a una cultura agli antipodi da quella sovietica, il russo fu stranamente lasciato libero... e si fece così avanti il Lugano, che dopo gli anni d'oro cercava un idolo per l'esigente pubblico della Resega.
Il Professore che deliziò il pubblico della Resega
A 32 anni, il quattro volte campione del Mondo si calò quindi umilmente nel campionato svizzero. Con i bianconeri disputò un campionato dignitoso, fermato sulla via della finale dal Kloten dei vari Pavoni, Eldebrink, Hollenstein e Schlagenhauf che conquistarono il titolo annientando il Friborgo in finale in sole tre gare.
Il fuoriclasse deliziò il pubblico luganese, totalizzando 31 punti in 23 partite di Regular Season, mentre nei playoff fece valere ancor di più la sua classe ed esperienza confezionando 13 punti in otto gare. Come detto, tutto ciò non bastò al Lugano.
Nel frattempo in NHL si accorsero di aver sbagliato qualcosa nel lasciar partire il forte giocatore russo. I più lesti furono i San Josè Sharks, che si accaparrarono i servizi del «Professore».
«Se dovessi tornare in Ticino andrei molto volentieri a fare un giro a Tesserete, a trovare Guido al ristorante Stazione. Chissà se è ancora lì…», aveva detto in un'intervista recente l'oggi allenatore della Nazionale russa U20.
Perché «Professore»?
La rete segnata con la maglia dei Red Wings di Detroit, al terzo overtime della serata nella serie finale gli Hurricanes, rimarrà nella storia perché mai nessun 42enne aveva mai segnato prima in una serie finale di NHL.
Ma anche perché mette in risalto la calma e la classe del 4 volte campione del Mondo, oltre che 3 volte vincitore della Stanley Cup. Un giocatore, Larionov, che ha sempre preferito far segnare i compagni, dapprima i vari Krutov e Makarov, Yzerman e Fedorov poi.
«In carriera ho vissuto due esperienze distinte. C’erano sì Tikhonov, la linea Klm (Krutov, Larionov, Makarov, ndr) e la Grande Russia, ma poi è arrivata anche l’altra importante fase della mia carriera, quella nordamericana (1’071 partite, condite da ben 741 punti, ndr)».