2500 anni dopo Ulisse Il maratoneta Louis Spyridon, nuovo eroe greco

bfi

10.4.2020

Immagine dell'entrata trionfale di Louis Spyridon nello stadio di Atene
Immagine dell'entrata trionfale di Louis Spyridon nello stadio di Atene
Getty

Era il 10 aprile del 1896, quando il greco Louis Spyridon vinse la prima maratona olimpica diventando un vero e proprio eroe in patria.

Le prime Olimpiadi moderne furono organizzate ad Atene dall'educatore francese Pierre De Coubertin. Fra tutte le competizioni allora presenti, la più attesa riguardava una corsa lunga, definita maratona in onore del corriere ateniese Pheidippides che nel 550 avanti Cristo - racconta la storia - corse da Maratona ad Atene per annunciare la sconfitta dell'esercito persiano.  

Dei 230 atleti greci che si misurarono nelle diverse discipline dei primi Giochi Olimpici, i più attesi erano i maratoneti: semidei investiti del peso di confermare la prestazione del famoso antenato. 

Gli atleti di casa non delusero, accaparrandosi le prime tre posizioni in cima alla classifica finale della prima maratona ufficiale della storia dell'atletica. 

Spyridon non rientrava tra i favoriti

Louis Spyridon non rientrava tra i favoriti. Il 23enne conduceva una vita molto diversa da quella degli odierni professionisti della corsa; il giovanotto aiutava il padre nel trasporto di acqua che veniva in seguito venduta nel negozio di famiglia. 

Le gare di qualificazione per gli atleti ellenici furono organizzate dal colonnello dell'esercito greco Papadiamantopoulos durante le esercitazioni militari. Spyridon attirò da subito l'attenzione del colonnello per la sua straordinaria resistenza e velocità, al punto tale che lo stesso graduato gli consigliò di annunciarsi per le qualificazioni olimpiche. Il giovane Louis terminò al quinto posto la gara vinta da un certo Dimitrios Deligiannis; prestazione comunque sufficiente, quella di Louis, per assicurargli la presenza al programma olimpico. 

1896, Louis Spyridon
1896, Louis Spyridon
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La prima maratona olimpica

Erano solo 17 gli atleti che si diedero appuntamento in un praticello nei pressi del villaggio di Maratona, tra loro c'era pure il 23enne Louis Spyridon.

Il primo atleta a prendere la testa della gara fu il francese Albin Lermusiaux, che si ritirerà per eccessivo affaticamento al 32esimo chilometro. Al francese successe poi il corridore australiano Edwin Flack - vincitore delle gare sugli 800 e 1500 metri - che fece corsa davanti in compagnia di un atleta greco. Flack, capendo che il suo avversario non dava segni di cedimento, aumentò l'andatura fino al punto di spegnersi di colpo e collassare sotto i colpi del sole e della fatica. 

Il portatore d'acqua di casa che prese il comando della gara

Un uomo solo restò al comando della gara che già aveva mietuto le prime vittime: il greco portatore di acqua Louis Spyridon.

Un ciclista, che aveva seguito gli avvicendamenti della gara, si precipitò nello stadio, urlando «Hellene, Hellene». Un messaggio chiaro per i centomila greci stipati nello stadio nazionale: un loro connazionale si trovava davanti a tutti. 

«Hellene, Hellene»

Quando Spyridon finalmente entrò nello stadio la folla in delirio urlava «Hellene, Hellene (Grecia, Grecia)». Il 23enne fermò il cronometro - o qualcosa che vagamente gli assomigliava - a 2ore 58 minuti e 50 secondi, sette minuti prima del secondo arrivato, un altro greco.

Il trasporto emotivo, l'eccitamento e la confusione che ne seguirono sfuggirono alla descrizione dei cronisti di allora - probabilmente travolti loro stessi dagli eventi -. Il re di Grecia si alzò dalla sua sedia per andare ad abbracciare il nuovo eroe greco, così fecero i principi Constantine e George, gli altri nobili presenti e i membri del comitato olimpico. 

Duemila anni dopo Ulisse la Grecia aveva un nuovo eroe: Louis Spyridon, il portatore d'acqua che non riusciva a capire la magnitudine della sua impresa. 

«Quell'ora fu qualcosa di inimmaginabile - raccontò lo stesso Spyridon anni dopo - e ancora ora mi sembra un lungo sogno: rametti d'alloro e fiori piovevano da tutte le parti, tutti chiamavano il mio nome e lanciavano i loro cappelli in aria.» 

La nascita di un nuovo eroe greco

Louis Spyridon fu trasformato in un eroe, nel giro di una notte. Il giorno dopo tutti i giornali raccontavano della sua impresa, della sua vita e mostravano una sua immagine. 

I greci si riconobbero immediatamente in questo semplice ragazzo che riuscì a mettere in fila tutti quanti, grazie alla sua forza, alla sua velocità e alla sua storia. Un racconto legato indissolubilmente alla terra di Grecia,  alle sue montagne e ai suoi orgogliosi pastori che salgono e scendono le sassaie in compagnia degli ovini che ne dipingono il paesaggio. 

Adolf Hitler riceve un ramoscello d'ulivo da Spyridon, in occasione dei Giochi Olimpici del 1936 che si tennero a Berlino
Adolf Hitler riceve un ramoscello d'ulivo da Spyridon, in occasione dei Giochi Olimpici del 1936 che si tennero a Berlino
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L'incontro con il Führer

In occasioni delle Olimpiadi estive del 1936 che ebbero luogo a Berlino, la delegazione olimpica greca scelse Louis Spyridon quale portabandiera. La sua fama non era ancora tramontata, il suo statuto di semideo lo portò fino davanti ad Adolf Hitler al quale consegnò un rametto d'ulivo in segno di pace

Spyridon morirà quattro anni dopo all'età di 67 anni, poco prima che le truppe naziste agli ordini di Adolf Hitler entrassero in Grecia mettendo in ginocchio l'industria ellenica e lasciando migliaia di morti sulla terra da lui resa immortale.

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