Il Proiettile di Baltimora Quando il mondo conobbe Michael Phelps, il più grande di sempre

bfi

30.3.2020

Michael Phelps
Michael Phelps
getty

Era il 30 marzo 2001 quando il quindicenne Michael Phelps batté il record del mondo sui 200 metri farfalla. Fu l'inizio di una carriera da super-campione.

Mai nessun nuotatore prima del 30 marzo 2001 era riuscito ad abbattere un record del mondo alla tenera età di 15 anni e 9 mesi. Ad Austin, in Texas, l'impresa riuscì a Michael Phelps, che in occasione dei campionati americani bruciò tutti e tutto sulla distanza dei 200 metri a farfalla. 

Da quel momento il 'Proiettile di Baltimora' non si fermerà più, stracciando record su record, conquistando 28 medaglie olimpiche: impresa mai riuscita a nessun atleta olimpico.

Thom Malchov e il 15enne Michael Phleps (a destra), medaglia d'oro sui 200 metri a farfalla
Thom Malchov e il 15enne Michael Phleps (a destra), medaglia d'oro sui 200 metri a farfalla
Getty

Chi è Michael Phelps

Michael Fred Phelps (nato il 30 giugno 1985) è un ex nuotatore americano, che detiene il record del maggior numero di medaglie olimpiche vinte da qualsiasi atleta, tra cui 23 medaglie d'oro e 13 ori individuali. Phelps ha partecipato alle sue prime Olimpiadi all'età di 15 anni, come parte della squadra di nuoto maschile statunitense. È stato il primo nuotatore americano maschile a guadagnarsi un posto in cinque squadre olimpiche, colui che ha fatto la storia, come il più vecchio nuotatore a conquistare un oro olimpico all'età di 28 anni.

Oggi Phelps non nuota più, se non per diletto con i suoi figli o per tenersi in forma. Il ragazzo di Baltimora ha guadagnato come nessun altro nuotatore nella storia. Con un capitale stimato attorno ai 60 milioni di franchi, l'oggi 35enne continua a collaborare con degli sponsor, si mostra in pubblico per raccontare la sua storia e per tenere vivo il suo mito, quello del più grande nuotatore di sempre. 

Un fisico d'acciaio.
Un fisico d'acciaio.
Keystone

L'uomo più veloce di sempre vs gli squali

Nel 2017 Michael Phelps ha gareggiato con diverse razze di squali. Phelps ha indossato una monopinna per approssimare i movimenti di uno squalo (e ottenere un po' più di propulsione). Certo, per questioni di sicurezza Phelps e gli squali non hanno nuotato i 100 metri uno accanto all'altro, ma individualmente nello stesso mare aperto.

«Onestamente, il mio primo pensiero quando ho visto il primo squalo è stato "Ho veramente pochissime possibilità di batterlo"».

E così è stato. Lo squalo martello ha nuotato a 15 miglia orarie, mentre il grande squalo bianco ha raggiunto l'impressionante velocità di 26 miglia orarie. Phelps, che ha coperto i 100 metri ad una velocità media di 6 miglia all'ora è riuscito nell'impresa di superare di 2 decimi di secondo uno squalo grigio del reef. 

La forza mentale di un superuomo

Scienziati e dottori hanno per anni misurato i parametri vitali del ragazzo di Baltimora, alla ricerca del segreto del suo successo. Apertura di braccia, forza e anche flessibilità della colonna vertebrale. Michael Phelps, da un punto di vista fisiologico e strutturale non è un semideo, nessuna anomalia genetica gli proferisce una straordinaria capacità nel nuoto.

La forza che lo ha contraddistinto nel corso della sua formidabile carriera è invece da collegare alla sua forza mentale.

«Una delle cose più pazze che il mio allenatore ha cercato di insegnarmi è di non dire ' non ce la faccio'. Così ho potuto espandere i miei orizzonti, permettendomi di credere a qualsiasi obiettivo mi prefiggevo. Credo questa sia stata la vera chiave del mio successo». 

Allenamenti estenuanti e quantità di cibo impensabili

2500 calorie al giorno, è il carico energetico che dovremmo consumare per rimanere sani e vitali.

La preparazione di Phelps per le Olimpiadi di Pechino del 2008 prevedeva  dalle cinque alle sei ore di allenamento in piscina, che dovevano essere supportate da tanto, tantissimo cibo: 10'000 calorie. Pazzesco. 

«Mangiare, dormire e nuotare. Questa era tutta la mia vita. Ingerire il massimo di calorie e poi riposare. Tutto qui».

La parte oscura di una luna brillante 

Successo, solitudine, gloria, pochi veri contatti sociali, stanchezza, fama: situazioni che alla lunga hanno sprofondato il grande nuotatore americano nella depressione.  

Per curare da sè la depressione Phelps ha spesso cercato l'aiuto di droga o l'alcol.

«La caduta più difficile - ha raccontato lo stesso Phelps - avvenne dopo le Olimpiadi del 2012, quando mi trovai seduto nella mia stanza, da solo, per tre o cinque giorni, senza mangiare e dormendo a malapena. Non volevo più fare questo sport, non volevo più vivere».

Phelps, dopo aver avuto anche dei problemi con la giustizia statunitense per l'uso di sostanze proibite, è riuscito a chiedere aiuto.

Oggi sta bene. È un felice padre di famiglia che sta cercando delle nuove sfide. 

Rimane e rimarrà ancora a lungo nell'immaginario collettivo come il più grande nuotatore di sempre, un proiettile che nell'acqua non conosceva rivali, e che ha dovuto arrendersi solo agli squali. 

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