L'ex sciatore Rainer Salzgeber, capo del materiale di velocità di Head, lancia dei consigli anche una critica all'indirizzo della 28enne Lara Gut.
«Sarò di nuovo al via a lottare per la vittoria», «Lo sport non è più la mia unica priorità», «Voglio correre fino a 33 anni».
Queste sono alcune delle dichiarazioni rilasciate da Lara Gut al termine della scorsa stagione, che non è stata delle migliori. Negli ultimi due anni la sciatrice ticinese ha vinto una delle 48 gare alle quali ha partecipato. La Gut ha terminato la scorsa stagione al settimo posto della classifica di Super-G, 26esima nel Gigante e 18esima nella classifica di Discesa.
Il tormentone sul trattamento speciale nei confronti della sciatrice ticinese da parte della Federazione svizzera di sci continua da anni, anzi, dopo le deludenti ultime due stagioni, in molti si chiedono se la Gut dovrebbe ancor poter usufruire di tali favori.
«Cercheremo una soluzione», ha pronunciato un po' di settimane fa Beat Tschuor, capo della squadra svizzera femminile, riferendosi alla situazione della Gut.
Chi decide di esporsi è il capo del materiale di velocità della ditta Head, l'autriaco Rainer Salgeber, ex professionista dello sci oggi sposato con la connazionale Anita Wachter, medaglia d'oro in combinata alle Olimpiadi di Calgary del 1988.
«Lo slalom gigante è la disciplina chiave. Nel corso della scorsa estate Lara non aveva la giusta concentrazione, dimostrava un atteggiamento troppo rilassato», ha dichiarato Salzgeber al Blick senza peli sulla lingua.
Nel concreto significa che non ha provato abbastanza materiali: «Sci, attacchi, scarponi. L'evoluzione continua in modo costante, diventa sempre più complessa- continua l'austriaco - se non provi i nuovi modelli, o li scarti dopo una sola discesa, sei sulla strada sbagliata».
I risultati in gigante della Gut nel corso della stagione appena terminata danno ragione all'austriaco: il 14esimo posto è stato il miglior piazzamento stagionale su sei gare disputate.
Salzgeber è convinto che Lara Gut deve affiancare qualcuno a papà Pauli.
«Qualcuno che dica la verità quando si prende la via sbagliata. Forse non sarà piacevole, ma sicuramente di aiuto», aggiunge il 52enne austriaco.
Negli anni molti si sono avvicendati a rinforzare il team dei Gut: Patrice Morisod, Daniel Albrecht, Didier Cuche, Max Blardone.
«Purtroppo - continua Salzgeber - erano degli aiuti puntuali mentre Lara ha bisogno di qualcuno che l'accompagni costantemente».
Anche il grande Marcel Hirscher è accompagnato dal padre, ma non solo.
«Insieme agli Hirscher lavora Mike Pircher, il quale sa mantenere una certa distanza da Marcel. Pircher esprime la sua opinione in maniera diretta. Ecco, potrei immaginare che qualcosa di simile potrebbe funzionare anche per Lara Gut».
Salzgeber termina con una nota di merito nei confronti della ticinese: «Lara rimane un'atleta fuori dall'ordinario, questo va detto».