Le parole del re sconfitto Federer: «Certo, ora fa male, ma non è così grave»

bfi

15.7.2019

Roger Federer in conferenza stampa a Wimbledon
Roger Federer in conferenza stampa a Wimbledon
Keystone

Alla fine l'ha spuntata Novak Djokovic. Roger Federer è arrabbiato con sè stesso, ma nonostante ciò guarda avanti  - e indietro - con ottimismo. 

Al termine della finale di singolo maschile più lunga della storia di Wimbledon, Roger Federer si è fatto attendere solo 40 minuti in sala stampa. 

Inglese, francese e infine schwiizerdütsch per fare le somme di una finale epica, di una sconfitta che rimarrà nei ricordi della gente, degli amanti del tennis e non solo.

Qui di seguito una scelta dei 15 minuti che il Maestro ha concesso ai giornalisti al termine della drammatica maratona durata 4 ore e 57 minuti.

Una sconfitta in tre set sarebbe stata più semplice da digerire? 

«Difficile da dire. Alla fine non fa nessuna differenza. Si rimane delusi, tristi e arrabbiati. Ho buttato via un'incredibile opportunità, non ci posso credere».

Lei è riuscito costantemente a variare la velocità del gioco con il rovescio tagliato. È rimasto stupito da come Djokovic ha gestito questa sua strategia?

«No, in passato lui ha sempre giocato bene contro di me. Lui fa pochissimi errori non-forzati. Lo devi costringere. Pensavo che questo tipo di gioco sarebbe stato una buona soluzione. Novak ha giocato bene, tutto qui».

Nadal (18) e Djokovic (16) si stanno avvicinando al suo record di 20 Grand Slams vinti. È questo motivo di stress per lei oppure le è indifferente? 

«Continuo a mantenermi motivato con diverse cose. Il record non è una di queste. Se qualcun altro un giorno dovesse battermi gli farei i complimenti. Non ci si può proteggere da tutto, non è per questo motivo che sono diventato un giocatore di tennis. Qui si trattava di vincere Wimbledon, di giocare delle belle partite davanti ad un pubblico così straordinario, contro giocatori come Novak Djokovic».

Quali sono le sue risorse principali per rimettersi da una tale sconfitta? 

«Cercherò di guardare alle buone cose fatte in questo match, ce ne sono a tonnellate. Come già nel 2008, mi guarderò indietro e penserò: "Non è poi così grave". Certo, al momento fa male come lo è sempre stato dopo ogni sconfitta patita qui a Wimbledon. Ma guardo avanti, perchè non voglio farmi deprimere da un'incredibile partita di tennis».

Avrebbe preferito giocare subito un tiebreak anche nel quinto set? 

«È così com'è. Rispetto le regole. Non so se avrei preferito oppure no. Sono certo che mi sarei sentito a mio agio in entrambe le situazioni».

L'atmosfera qui a Wimbledon era incredibile. Come ha vissuto lei tutto questo?

«In una finale a Wimbledon ci sono semrpe molti spettatori, che non potrò mai ringraziare abbastanza per il loro sostegno».

Lei ha vinto 14 punti in più di Djokovic. Ha l'impressione di essere stato il migliore in campo? 

«Questo fatto non fa alcuna differenza. So quanto vicino (al titolo n.d.r.)  sono stato. Posso essere contento della mia prestazione».

La gente apprezza sempre molto sia Lei che Nadal. 

«Dovreste andare in strada e chiedere alla gente. Noi sappiamo quanto forte è Novak Djokovic da anni».

Undici anni fa Lei sedeva qua parlando di una disastrosa sconfitta. È diventato più forte in questo senso? 

«Sono diventato più vecchio ... questa volta sono più arrabbiato che triste».

Quest'anno ha giocato più dello scorso anno. È stata una buona scelta? 

«Certo, giocare la stagione sulla terra mi ha aiutato a trovare un buon ritmo di partita. Non so ancora se l'anno prossimo farò lo stesso. Ci sono molte cose positive. Per l'immediato futuro avevamo già deciso che avrei rinunciato a Montreal per prendermi più tempo. Ora mi concederò del tempo per me e poi mi preparerò per il torneo a Cincinnati».

Infine il Maestro commenta così il suo momento al termine di un'altra sfida epica, di una sconfitta che brucia.

«Meglio dimenticare il più velocemente possibile, anche perchè continuare a ricordare non serve a nulla. Ho comunque distrazioni a sufficienza... passerà in fretta».

Che questa sconfitta venga dimenticata in fretta non si sa. I milioni di tifosi che hanno gioito e sofferto ieri con Roger Federer non dimenticheranno questa spettacolare e drammatica finale, in cui il campionissimo di Basilea ha dimostrato - una volta di più - tutta la sua grandezza e la sua classe. 

Non ce ne voglia Novak Djokovic - meritevole vincitore - ma Federer, con questa sconfitta, paradossalmente, è diventato ancora più grande e amato di prima. 

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