Roger Federer ha conquistato un'altra vittoria, questa volta non sui campi da tennis. Nike ha accettato di consegnare al tennista di Basilea il suo celebre marchio 'RF'.
Quando l'anno scorso Roger Federer firmò un accordo molto lucrativo con il gigante dell'abbigliamento giapponese Uniqlo, il Maestro lasciò il suo storico partner Nike e anche l'iconico logo 'RF'.
Infatti, i diritti del marchio personale di Federer rimasero alla Nike, che si occupò del design del logo nel 2010.
Dopo essere passato a Uniqlo, Federer ha chiesto a Nike a più riprese i diritti del suo logo personale.
Nel corso di una conferenza stampa ai Championships dello scorso anno il tennista di Basilea disse: «'RF' è con Nike al momento, ma un giorno o l'altro tornerà da me».
Il 37enne non ha dubbi: «Sono le mie iniziali. Appartengono a me».
Niente lotte legali all'ultimo sangue, in perfetto stile 'federiano', più che altro una richiesta gentile. «Spero che presto Nike sarà così gentile da sostenermi nel processo di riportare il logo da me».
Immenso giocatore di tennis, astuto generatore di denaro, abilissimo comunicatore. «È qualcosa importante per me, ma lo è anche per i miei fans», ha commentato ancora Federer.
Sembra ora che il suo desiderio abbia incontrato i favori del gigante americano, in quanto la multinazionale di Beaverton ha fatto sapere di aver già bloccato le vendite dei prodotti con il logo 'RF' attraverso i propri negozi online.
Dopo aver vinto il suo 101esimo titolo in carriera, a Miami, Federer ha espresso alcuni pensieri riguardanti la moda nel tennis e la sua passione per il design. «A dire la verità, mi sembra che a volte si vedono degli abbigliamenti alquanto orribili».
Il basilese comprende il desiderio di modernità anche nel tennis, ma «mi sembra che siano andati troppo in là, nella direzione sbagliata».
Secondo Federer c'è stata una cosa alla modernizzazione delle magliette che dal suo punto di vista, non rispondono ad un design di stile. «Io ho sempre tentato di elevare il livello della moda nel tennis, nella speranza che il mio gusto possa incontrare anche quelli delle generazioni a venire».