Nadal a 360 gradi «Proteggere eccessivamente le giovani leve compromette le loro carriere»

fon

26.8.2019

Nadal si presenta agli US Open in grande forma.
Nadal si presenta agli US Open in grande forma.
Getty

Rafael Nadal si appresta ad iniziare agli US Open sulle ali dell'entusiasmo, con una vena filosofica.

«Quando i ragazzi praticano sport l'aspetto più importante deve essere il divertimento. Non devono pensare sin dalla giovane età a come sviluppare una potenziale carriera di sportivo professionista. Quando si è ragazzi bisogna godersi la vita, praticare diversi sport, semplicemente godersi ogni singolo giorno», così si è espresso il re della terra battuta alla sua prima conferenza stampa degli US Open. L'ultimo torneo stagionale del Grande Slam non è ancora iniziato, ma nell'ambito del Kids Day (una giornata riservata agli amanti del tennis più giovani) il maiorchino ha incontrato la stampa per fare il punto alla situazione prima che i giochi si facciano seri.

«I giovani non devono pensare di giocare a calcio perché in seguito potrebbero trarne dei vantaggi  nel tennis, è qualcosa ridicolo - ha poi proseguito Nadal - devono giocare a pallone solo se a loro piace. Se si è felici e ci si diverte praticando uno sport di conseguenza è più facile giocare bene e dare il meglio di sé».

In seguito il 33enne di Manacor ha tenuto a precisare quanto lo sport in generale possa risultare benefico a lungo termine, non solo per il piacere ma pure ad un livello strettamente tecnico: «Secondo me per sviluppare il tuo gioco al meglio, nel caso del tennis, praticare diverse discipline sportive può aiutare. Ciò ti permette di trovare delle soluzioni particolari a problemi riscontrati sul campo da gioco, magari anche solo a livello di movimenti. In generale si ha la mente più aperta, ed è più facile trovare metodi nuovi per mettere il proprio avversario in difficoltà».

Riguardo alle difficoltà che possono incontrare i giovani talenti nel loro percorso di crescita, l'attuale numero 2 del ranking mondiale ha espresso un parere piuttosto forte, in netta controtendenza rispetto a quanto succede negli ultimi anni nel tennis, ma non solo. «Essere iperprotettivi nei confronti delle nuove leve, o dei giovani che si ritrovano presto alla luce della ribalta può rivelarsi controproducente. Per migliorare e diventare dei giocatori e delle persone mature bisogna lasciar loro la possibilità di confrontarsi con i loro problemi e trovare delle soluzioni. Se invece vengono troppo protetti, quando poi cresciuti si troveranno in difficoltà e non avranno le risorse necessarie per uscirne, visto che prima di allora non hanno mai potuto o dovuto confrontarsi con degli episodi negativi».

«Intervenire eccessivamente sui giovani di 16-17-18 anni non è la soluzione, - ha precisato Rafa - tutti per migliorare hanno bisogno di sbagliare; privando i giovani di queste esperienze il loro sviluppo verrà rallentato. Forse questo aspetto è proprio una delle ragioni che mi hanno permesso di avere successo da giovanissimo (Nadal ha vinto il suo primo titolo del Grande Slam a 19 anni ndr.) e rimanere costantemente fra i migliori del circuito. Ho avuto un'educazione da ragazzo normale, non da superstar. Giocavo per strada con i miei amici, avevo una vita normalissima, secondo me questo mi ha aiutato sotto diversi aspetti».

Per quanto riguarda gli US Open il maiorchino non ha voluto sbilanciarsi eccessivamente. «Non posso predire il futuro. Naturalmente giungere ad un appuntamento importante sulle ali dell'entusiasmo e della positività grazie ai risultati ottenuti nei tornei precedenti aiuta, ma può succedere di tutto».

I risultati degli ultimi mesi parlano in favore di Nadal, e lo spagnolo non si è nascosto dietro ad un dito, seppur non pronunciando la parola favorito... «Negli ultimi mesi mi sono aggiudicato il torneo Master 1000 di Roma e il Roland Garros, sono arrivato in semifinale a Wimbledon e ho vinto a Montréal. Un bilancio simile mi fa sentire bene e mi permette di guardare con fiducia agli US Open. Come detto la fiducia c'è e le giuste sensazioni pure...». 

«Qui a New York una delle sfide più importanti è quella di sapersi adattare alle condizioni ambientali. Per ora mi sono trovato bene, questa settimana negli allenamenti sono riuscito a mantenere la scaletta che avevamo stabilito. Ora a poche ore dall'inizio bisogna pensare ai dettagli e rimanere concentrati», ha poi concluso un sereno ma agguerrito Rafa Nadal vincitore a Flushing Meadows due anni or sono e semifinalista l'anno scorso.

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